povero Brunetta

Tre esempi, uno sulla dimensione monzese, uno su quella milanese e uno su quella nazionale. I tre esempi sono accomunati da un elemento: nella pubblica amministrazione c'è gente che ha bisogno di dare un senso alla propria esistenza e lo fa complicando il funzionamento del sistema pubblico e rafforzando la burocrazia.

A Monza

Il Dirigente di un ente pubblico scrive al DS di una singola scuola per avere una informazione sulla consistenza alunni. Il dato serve per parametrare un affitto e appartiene a quella categoria di informazioni in cui, se anche sbagli del 10%, non cambia nulla.

Nella lettera si precisa che l'informazione andrà trasmessa ad un altro funzionario di rango inferiore entro il termine di 30 giorni e si precisa che se non ci sarà risposta si farà riferimento a dati già in possesso dello scrivente.

Il funzionario di rango inferiore che, potrebbe fare un colpo di telefono manda una mail in cui allega la lettera del capo e chiede che si risponda. La mail viene inviata all'indirizzo generico della scuola e la segretaria la smista per conoscenza e competenza al DS e ad altri due uffici. Stiamo parlando di istituzioni che si sentono telefonicamente più volte la settimana.

In questi casi le persone intelligenti alzano il telefono ed ottengono il dato in 10 secondi.

Preciso che la richiesta non è stata inviata a tutte le scuole di Monza e Brianza; era un richiesta singola per la quale è stata fatta: una lettera protocollata e firmata, una mail da parte di un'altra persona, altre tre mail e adesso si aspetta.

A Milano

L'ufficio statistico del CISEM l'ente della provincia che segue la programmazione scolastica nei suoi diversi aspetti, scrive ai DS di tutte le scuole della provincia di Milano e delle provincie limitrofe (Lodi, Pavia, Cremona, Como, Varese, Monza) per conoscere quanti alunni residenti in provincia di Milano frequentano la sua scuola. Ciò ai fini di raccogliere dati sul pendolarismo.

Dallo scorso anno Regione Lombardia, grazie allo sforzo congiunto dell'Ufficio Scolastico Regionale e dell'Assessorato alla Istruzione ha messo in piedi l'anagrafe regionale informatizzata e le iscrizioni alle scuole passano di lì. Ogni scuola superiore ha on line i propri alunni e a livello centrale (regionale, provinciale e comunale) si possono estrarre tutti i tipi di informazioni.

Iniziativa egregia che è già a regime e che consente di avere dati numerici certi (bravo dr. Colosio).

Quello che serve al CISEM si estrae con un giorno di lavoro di una persona per tutte le scuole oggetto della richiesta. I dati sono sicuri e non sono inquinati dal maggiore o minore impegno che ci mettono le segreterie a rispondere.

Se invece si scrive a tutti i dirigenti ci sarà lavoro per un mese per un bel gruppo di persone oltre al lavoro delle segreterie delle diverse scuole.

Ho scritto al CISEM (e per conoscenza all'USR) chiedendo perché non usino l'anagrafe regionale. Spero che rispondano. Ma nel settore pubblico è diffusissima questa abitudine di raccogliere dati in maniera episodica e scoordinata e l'esempio fatto su Monza appartiene alla stessa categoria.

A Roma

In questi giorni le segreterie delle diverse scuole d'Italia dovrebbero trasmettere al sistema centrale (SIDI) i dati sulle iscrizioni alle classi prime e da un mesetto a questa parte le scuole della Lombardia ricevono comunicazioni da Roma e da Milano tra loro in contrasto (su tempi e procedure).

Ieri mi è giunta tramite la posta elettronica istituzionale una splendida comunicazione dal centro. Scrive un alto dirigente: ci è pervenuta notizia che la Lombardia ha l'anagrafe informatizzata. Si precisa che ai sensi dell'accordo in Conferenza Stato egioni l'anagrafe degli sudenti è di pertinenza del Ministero (prima bacchettata).

Le segreterie della Lombardia non si attengano alle disposizioni nazionali perché, in via transitoria, si stanno predisponendo le procedure informatizzate per il travaso dei dati (ci mancherebbe!); ma si termina con una specie di diffida ai lombardi a farsi i fatti loro (seconda bacchettata).

Avete capito? A Roma dicono ci è giunta notizia di una cosa già testata lo scorso anno e concordata tra Formigoni e la Gelmini. A Roma, invece di copiare dalla Lombardia (le segreterie delle superiori non hanno caricato manualmente neanche un dato) ci dicono che adesso predisporranno la procedura per acquisire i dati in automatico …

Non ho parole perché potrebbero essere offensive, ma rimando i miei lettori al link del ministero per l'innovazione e per la pubblica amministrazione. Vedrete quante cose serie e importanti il ministro Brunetta sta tentando di fare e le potrete confrontare con la realtà che ho descritto.

Info su Claudio Cereda

nato a Villasanta (MB)il 8/10/1946 | Monza ITIS Hensemberger luglio 1965 diploma perito elettrotecnico | Milano - Università Studi luglio 1970 laurea in fisica | Sesto San Giovanni ITIS 1971 primo incarico di insegnamento | 1974/1976 Quotidiano dei Lavoratori | Roma - Ordine dei Giornalisti ottobre 1976 esame giornalista professionista | 1977-1987 docente matematica e fisica nei licei | 1982-1992 lavoro nel terziario avanzato (informatica per la P.A.) | 1992-2008 docente di matematica e fisica nei licei (classico e poi scientifico PNI) | Milano - USR 2004-2007 concorso a Dirigente Scolastico | Dal 2008 Dirigente Scolastico ITIS Hensemberger Monza | Dal 2011 Dirigente Scolastico ITS S. Bandini Siena | Dal 1° settembre 2012 in pensione | Da allora si occupa di ambiente e sentieristica a Monticiano e ... continua a scrivere
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2 risposte a povero Brunetta

  1. Alberto Falletti scrive:

    I problemi della scuola sono reali. Quando i problemi ci sono, bisogna conoscerli, capirli, tracciare i fenomeni che causano e conseguono, occorrono i dati, altrimenti sono chiacchiere. L’Area statistica del CISEM si propone proprio questo obiettivo: raccogliere i dati per conoscere i problemi dell’istruzione provinciale milanese, affinché la programmazione scolastica sia in grado di provvedere alla migliore possibile qualità. Non sono dati compilativi. L’esperienza sul campo del CISEM ha permesso e affinato un database ormai pluridecennale che si caratterizza per la capacità di descrivere gli andamenti di scolarità, ma anche gli orientamenti formativi (di genere, di comparto, di indirizzo di studio), gli aspetti della dispersione (insuccesso, ritardo scolare, rischio di abbandono), il bilancio domanda/offerta territoriale e l’individuazione delle carenze, la presenza degli stranieri, i fenomeni di pendolarismo, eccetera.
    Ebbene sì, l’ufficio statistico del CISEM sente il bisogno di dare un senso alla propria esistenza perché chi qui lavora (troppo pochi e davvero poco pagati) lo fa per passione, perché ci crede, perché sarebbe un insulto alla ragione disperdere una serie storica di dati di grande qualità. Il senso della propria esistenza sta nel credere nella ricerca, nella buona ricerca.
    Se si disturbano i DS delle scuole della provincia di Milano e delle provincie limitrofe, ciò è dovuto al fatto che i dati di base, su cui si costruiscono le elaborazioni, stanno nelle scuole. Si rafforza la burocrazia? Certamente no, la ricerca non è mai burocrazia. Si complica il funzionamento del sistema pubblico? Per certi versi sì, perché alle scuole si chiedono dati, così come fa il Ministero, la Regione, altri. L’Area statistica del CISEM non è affatto indifferente al problema e più volte, nel corso degli anni, ha tentato un raccordo delle raccolte dati. I progetti non sono andati a buon fine, perché ogni organismo acquisisce dati secondo le proprie necessità, in una conformazione che non ben corrisponde alle esigenze della ricerca.
    Dallo scorso anno esiste l’anagrafe regionale informatizzata, iniziativa davvero egregia per i dati numerici delle iscrizioni. L’Area statistica del CISEM ha preso subito contatto con i responsabili, ha avuto accesso ad alcuni dati, li ha valutati, utilizzati. Attualmente l’anagrafe regionale non restituisce però tutti i dati necessari, nelle conformazioni utili alla ricerca qualitativa (oltre che quantitativa), e non li restituisce comunque in un formato utilizzabile per ulteriori elaborazioni oltre quelle proposte e predisposte. Cosicché, considerazione cui si è giunti anche con i responsabili regionali, non è proprio possibile un’estrazione dei dati dall’anagrafe regionale.
    Così rispondiamo al dirigente scolastico che ci ha chiesto perché non usiamo l’anagrafe regionale. Rispondiamo, come è nostra abitudine, poiché siamo un servizio al servizio anche delle istituzioni scolastiche, molte delle quali hanno imparato negli anni a rivolgersi a noi ottenendo elaborazioni personalizzate che implicano un nostro lavoro, che svolgiamo assai volentieri dato che chi si dedica alla ricerca trae piacere dal constatare l’utilità del proprio lavoro.

    • Claudio Cereda scrive:

      Falletti mi ha inviato stasera questa mail con l’allegato che ho provveduto a pubblicare.
      Gentile prof. Claudio Cereda,
      rispondo, nell’allegato, alla sua mail del 25 febbraio 2011, scusandomi per il ritardo, dovuto esclusivamente ad un lungo problema personale di salute.
      Abbiamo avuto una conversazione telefonica in mattinata e, nel ringraziarla anticipatamente per l’invio dei dati richiesti, le chiedo cortesemente di pubblicare questa mia risposta nel suo blog, accanto al suo intervento.

      Oggi ho fatto una chiacchierata telefonica con Falletti ci siamo chiariti alcune cose e ho cercato di dare una mano come è nel mio stile. Quanto richiesto avrebbe richiesto circa 4 giornate di lavoro di un assistente amminsitrativo. Ho trovato una soluzione di compromesso e Falletti, appena rientrato da una malattia ha inviato il messaggio che trovate qui sopra. Come si legge dalla risposta esistono dei problemi di rapporto con l’anagrafica regionale che, nell’interesse della pubblica amministrazione, vanno affrontati e risolti.

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