crocefisso: cosa mi pare accettabile e cosa no

L’esposizione del crocifisso nelle scuole italiane non rappresenta una violazione dei diritti dell’uomo, lo ha stabilito la Corte europea dei diritti dell’uomo con sede a Strasburgo.

La decisione, presa con 15 voti a favore e solo 2 contrari, diventa vincolante per tutti i 47 Paesi che sono membri del Consiglio d'Europa, cane da guardia del continente per il rispetto dei diritti. Nella sentenza definitiva pronunciata nel caso "Lautsi e altri contro Italia",  la Corte ha stabilito la "non violazione dell'Articolo 2 del Protocollo n: 1 (diritto all'istruzione) alla Convenzione europea dei diritti dell'Uomo". Nello specifico, secondo la Corte, "se è vero che il crocifisso è prima di tutto un simbolo religioso, non sussistono tuttavia nella fattispecie elementi attestanti l'eventuale influenza che l'esposizione di un simbolo di questa natura sulle mura delle aule scolastiche potrebbe avere sugli alunni".

Il crocefisso, in sè, è un simbolo triste e sanguinario che rimanda ad un supplizio barbaro dell'era pre romana e romana. Ma nel tempo è diventato un'altra cosa e rappresenta per i cristiani la scelta del figlio di Dio di immolarsi per redimere il genere umano. In questa veste è entrato nella iconografia dell'occidente anche se la contesa sulla liceità di rappresentare il divino in forme umane o attraverso simboli è stata aspra. Lo propongo in una versione moderna dovuta a un non credente e comunista: Renato Guttuso.

Oggi il crocefisso è un dato storico culturale e lo è talmente che nessun occidentale vedendolo pensa alla morte per asfissia, o alla agonia, o alle gambe spezzate e ai chiodi per rendere difficoltoso il sollevamento e accelerare l'asfissia.

Tutte cose che mi insegnarono, nei minimi dettagli i salesiani. Ricordo ancora il chiodo piazzato in quel buchino che sta nel polso (e non nella mano come si vede in molte rappresentazione sacre) con la lacerazione parziale del tendine. Oggi il crocefisso è solo l'amore (attraverso il sacrificio) e la redenzione.

non mi dà fastidio

  1. che il crocefisso stia nelle aule scolastiche e di tribunale
  2. che esista l'ora di religione
  3. che la curia ci metta del suo nel dare il placet a chi insegna religione
  4. che si riconosca che l'Occidente nasce entro la cultura cristiana
  5. anzi, cerco di realizzarlo, riconoscere a tutte le religioni la libertà di culto
  6. che si traducano nei nostri ordinamenti alcuni principi che si ritrovano anche nella cultura cristiana
  7. che le diverse confessioni religiose accedano, con eguali diritti, alla possibilità di attivare scuole paritarie
  8. che si spendano soldi per acquistare e manutenere i crocefissi
  9. che i cattolici prospettino una dimensione umanistica al loro credo
  10. che la Chiesa dica la sua su questioni di carattere etico

mi dà fastidio

  1. che stia nelle camere d'ospedale; che in molti spazi pubblici non ci siano il tricolore, la bandiera europea e la foto del Presidente della Repubblica
  2. che chi non vuol fare religione cattolica sia discriminato nel suo diritto di ricevere una opzione alternativa; che la classe, che non si possano accorpare gruppi classe ridotti per fare un'unica classe
  3. che il docente di religione sia poi completamente equiparato ai docenti assunti per concorso
  4. che si identifichino cattolicesimo e cristianesimo; che non si valorizzino gli altri elementi entro cui siamo cresciuti (la filosofia greca, il diritto romano, la rivoluzione scientifica, l'illuminismo)
  5. la pretesa di elevare a diritto naturale ciò che è solo storico e contingente e dunque piegare la legge dello Stato, che è pensata per tutti, alle opinioni di alcuni
  6. riconoscere costumi e ordinamenti, nati dalla religione, quando si scontrano con principi di civiltà (parità di genere, diritto ad occultare il viso, poligamia …)
  7. che si attui una discrezionalità di tipo ideologico nella scelta degli insegnanti se la medesima possibilità non viene riconosciuta come diritto di scelta dei docenti entro albi professionali da parte della scuola autonoma
  8. che non si presi la medesima attenzione ad arredi e attrezzature
  9. che alcuni cattolici pensino che senza un approccio cristiano alla vita ci siano solo solitudine, tecnicismo e mancanza di senso
  10. che si strumentalizzi il punto di vista della Chiesa in nome dei problemi contingenti (sia quando lo si approva sia quando lo si disapprova).

Informazioni su Claudio Cereda

nato a Villasanta (MB)il 8/10/1946 | Monza ITIS Hensemberger luglio 1965 diploma perito elettrotecnico | Milano - Università Studi luglio 1970 laurea in fisica | Sesto San Giovanni ITIS 1971 primo incarico di insegnamento | 1974/1976 Quotidiano dei Lavoratori | Roma - Ordine dei Giornalisti ottobre 1976 esame giornalista professionista | 1977-1987 docente matematica e fisica nei licei | 1982-1992 lavoro nel terziario avanzato (informatica per la P.A.) | 1992-2008 docente di matematica e fisica nei licei (classico e poi scientifico PNI) | Milano - USR 2004-2007 concorso a Dirigente Scolastico | Dal 2008 Dirigente Scolastico ITIS Hensemberger Monza | Dal 2011 Dirigente Scolastico ITS S. Bandini Siena | Dal 1° settembre 2012 in pensione | Da allora si occupa di ambiente e sentieristica a Monticiano e ... continua a scrivere
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Una risposta a crocefisso: cosa mi pare accettabile e cosa no

  1. Claudio Cereda scrive:

    Francesca Puglisi, responsabile scuola del PD ha pubblicato una noterella innocente e un po’ reticente sulla questione del crocefisso prendiamo atto della sentenza della corte UE.
    Le ho replicato in maniera un po’ piccata invitandola ad esplicitare. Lo ha fatto e apriti cielo: è stato un diluvio di accuse di ben altrismo e di puntualizzazioni piccate, tipiche di una certa sinistra dura e pura, sulla laicità. Di laico e di tollerante ci ho visto poco, ma non importa.
    Litighiamo su Ruby, sul crocefisso, sulla giustizia. Da domani incominceranno le accuse al PD per aver appoggiato una guerra imperialista contro il dittatore Gheddafi.

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