adesso che la fase 1 è andata …

Ieri o oggi ci si sarebbe aspettati da me un commento sugli indignati; c i ho pensato su; ho letto commenti di destra della serie "Troppo comodo fare distinzioni tra gli "infiltrati Black blook" e gli indignados pacifici…..! Sono la stessa cosa…..!" (Paola Frassinetti) e commenti di sinistra "come con gli Autonomi degli anni '70… l'importante è che non si parli di cosa fanno gli altri 100,000 senza mazze" (Massimo Brambilla).

Il mio unico commento è che "non è accaduto a una manifestazione del PDL" e rimando a quanto scrissi qualche mese fa a proposito degli incidenti degli universitari romani e vai con i provocatori.

A proposito avete notato la foto di ieri del carabiniere che scappa dal blindato in fiamme mentre una trave entra dal finestrino di destra? Non l'avevamo gia vista qualche anno fa a Genova? Si veda chissa quanti deluderò.

Rispondo invece ad una lettera di una professoressa, letta con ritardo:

gent. prof. Cereda, mercoledì affronterò i test per il concorso dirigenziale; la seguo sempre sul blog e avrei bisogno di una sua nota di conforto: mi dica che con questa formula dei test non ci sarà spazio per i "soliti ignoti" che avranno già in tasca i 100 quesiti prima dell'estrazione… Con stima profonda Lucia Danioni

Parto dalla domanda sui soliti noti. Penso di no. Penso che stiano facendo del chiasso sbagliato quelli che si stanno esercitando nei ricorsi preventivi (consiglio di dedicare le energie allo studio in vista dello scritto. Mi ha molto tranqullizzato la risposta di un amico-concorrente che aveva studiato e che dovrebbe essere andato piuttosto bene: il meccanismo (leggi il numero, cerca la domanda, pensa, metti il pallino, passa alla successiva) ha un po' ostacolato, ma si sapeva; secondo lui si trattava di una prova muscolare e per le prove muscolari ci si allena e poi si superano.

Mi preoccupano invece e le condivido largamente le cose che ha scritto il professor Israel nel suo blog  e in particolare:

1) una serie di domande nozionistiche avrebbero meritato come risposta un bel chissenefrega e dunque in vista della prova muscolare i concorrenti seri hanno dovuto impararsi la risposta; ho atteso il test per aver modi confrontarmi sul sottoinsieme di quelle estratte;

  • area 1: In Ungheria, la formazione in servizio degli insegnanti del livello primario e secondario è: Obbligatoria.
  • area 4: Per quali tipi di variabili è possibile calcolare la media aritmetica? Variabili cardinali. Qui un esperto di discipline scientifiche avrebbe corso il rischio di sbagliare pensando al significato originale di "numero cardinale". E' chiaro che se le altre risposte avessero fatto riferimento a variabili non misurabili ma solo ordinabili o classificabili sarebbe stato semplice rispondere. Ma perché non mettere una domanda sulle medie ponderate e sul loro valore e limite?
  • area 4: L’opera Il Pedagogo di Clemente Alessandrino identifica il Cristo come il pedagogo dell’umanità. Pernacchia
  • area 4: L’introduzione del termine “scaffolding”, molto impiegato anche negli interventi riabilitativi per i disturbi dell’apprendimento, si deve, insieme a D. Wood e G. Ross, a J.S. Bruner. Interessante, adesso farò il DS molto meglio.
  • area 5: L’attuale Commissario europeo all’istruzione, alla cultura, al multilinguismo e alla gioventù è Androulla Vassiliou – secondo me, su due piedi, avrebbe sbagliato la Gelmini
  • area 5: Per Stuart Hall le dinamiche possibili che caratterizzano il rapporto fra un testo e i suoi lettori sono: Tre: di convergenza totale – non c’è spazio per ipotesi o opinioni alternative -; di lettura antagonista – l’utente tende ad opporsi ai significati proposti -; di negoziazione – il ricevente può aderire più o meno ai contenuti che gli sono offerti. Perché un DS può non sapere cosa siano i neutrini e deve sapere chi sia Stuart Hall?
  • area 7: Se si vuole, durante la navigazione con un browser ricaricare la pagina Web corrente, occorre: premere il pulsante a forma di freccia circolare nella barra di navigazione; ah! ah! ah!

2) alcune domande esprimevano esclusivamente il punto di vista di chi le aveva predisposte; mi limito a citare Israel "Ma nella “batteria” vi era di molto peggio: una quantità rilevante di domande concettuali per le quali nessuno ha il diritto di imporre la risposta “giusta”. Con che diritto si da una risposta univoca alla domanda: «quale definizione di cultura tra le seguenti è maggiormente condivisa all’interno delle scienze sociali»? Perché per diventare preside si deve aderire alla definizione ministeriale di comportamento prosociale o di subcultura? O credere che la «visione di sviluppo di un’istituzione scolastica» è «l’aspirazione verso un futuro immaginato, una descrizione vivida…» anziché «una dettagliata definizione di piani, progetti e azioni»? Perché deve essere obbligatorio essere cultore delle opere di uno psicologo specialista dei disturbi specifici di apprendimento?

3) Israel va giù pesante e il fatto che la critica venga da uno dei maitre a penser (chissa quanti errori) del ministro mi tranqullizza sulle indicazioni che saranno date alle commissioni circa il modo di valutare: Ma l’aspetto farsesco non deve distrarre da quello più grave: la pretesa di indottrinamento ideologico, il brutale invito al conformismo: se vuoi diventare preside deve pensare come dettiamo noi, non hai il diritto di essere una persona intelligente e preparatissima che ha idee autonome circa il significato della cultura, non hai il diritto di non condividere (e persino ignorare) le teorie di Lipman, Stuart Hall, Castells o altre opinabili tesi di metodologia pedagogica. Diciamolo chiaramente: questa non è roba da paese democratico, questa è roba di stile sovietico o da Minculpop. Le stesse cucine ministeriali in cui vengono confezionati questi piatti ammoniscono quotidianamente che deve essere superata la lezione ex-cathedra, la didattica “impositiva”, che occorre passare dalla scuola dell’insegnamento alla scuola dell’apprendimento, e poi si riservano il potere di indottrinamento più impositivo ed ex-cathedra che si possa immaginare. Chi scrive ha sempre difeso la scuola statale, ma una simile inaudita esplosione di statalismo totalitario è il peggior servizio che si possa farle. Al concorso, come è mio costume, mi sono presentato in maniera trasparente. Si capiva come la pensavo e all'orale mi hanno detto di "non espormi così". Invece bisogna esporsi. La scuola italiana ha bisogno di bravi dirigenti che stiano sulla barricata del cambiamento con passione sapendo essere flessibili, capaci di compromessi ma con la consapevolezza della direzione in cui spingere.

La fase muscolare è terminata e sarà interessante vedere, rispetto ai posti assegnati alle diverse Regioni su quale percentuale di taglio si sia andati. Il mio auspicio è che il rapporto sia non inferiore a 1 a 5 per fare in modo che la selezione possa avvenire sulle cose serie (parlo degli scritti e della possibilità che la valutazione sia serena, oggettiva e realmente comparativa).

 

 

Info su Claudio Cereda

nato a Villasanta (MB)il 8/10/1946 | Monza ITIS Hensemberger luglio 1965 diploma perito elettrotecnico | Milano - Università Studi luglio 1970 laurea in fisica | Sesto San Giovanni ITIS 1971 primo incarico di insegnamento | 1974/1976 Quotidiano dei Lavoratori | Roma - Ordine dei Giornalisti ottobre 1976 esame giornalista professionista | 1977-1987 docente matematica e fisica nei licei | 1982-1992 lavoro nel terziario avanzato (informatica per la P.A.) | 1992-2008 docente di matematica e fisica nei licei (classico e poi scientifico PNI) | Milano - USR 2004-2007 concorso a Dirigente Scolastico | Dal 2008 Dirigente Scolastico ITIS Hensemberger Monza | Dal 2011 Dirigente Scolastico ITS S. Bandini Siena | Dal 1° settembre 2012 in pensione | Da allora si occupa di ambiente e sentieristica a Monticiano e ... continua a scrivere
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2 risposte a adesso che la fase 1 è andata …

  1. Claudio Cereda scrive:

    E più si sale e più si incontrano persone in gamba e motivate. E questo è il bello.

  2. danioni lucia scrive:

    Egr. prof Cereda,
    ho sostenuto la prova muscolare… non so ancora con quali risultati.Gli unici dati positivi sono stati conoscere alcune persone fortemente motivate a mettersi in gioco e provare l’ebrezza di un test del tutto simile nella forma a quella che sostengono i miei studenti per entrare nelle facoltà a numero chiuso.
    Nonostante l’età non più verde (sono in ruolo dall’84 e sono nata nel 56), mantengo un certo desiderio di fare sempre meglio e credo che, nonostante tutto, la scuola italiana stia a galla per tutti quelli (docenti, presidi, ecc.) che lavorano seriamente in silenzio…
    Cordialmente
    Lucia Danioni

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