La prima cosa bella – Paolo Virzì

La prima cosa bella (2010) è un film sugli anni 70, sulla provincia italiana, sulla Toscana e su Livorno, sull'amore tra madre e figli e su quello tra fratello e sorella.

Oltre a tutto questo, è un bel film, con tanti attori bravi e con una regia e una sceneggiatura di alto livello. E' uno di quei film che non si possono guardare senza commuoversi e così alla fine ci ho anche fatto una piangiutina cantando "la prima cosa bella che ho avuto dalla vita …" insieme alla Sandrelli (sul punto di morte) circondata dai due figli Valerio Mastrandea e Claudia Pandolfi.

Anna Nigiotti (Micaela Ramazzotti) è una giovane mamma, sposata con Mario Michelucci maresciallo dei carabinieri geloso della bellezza della moglie, che nell'estate del 71 viene eletta miss mamma estate di uno stablimento balneare di Livorno. L'elezione scatena la gelosia del marito che la butta fuori di casa insieme ai due figli  di 5 o 6 anni Bruno e Valeria.

Il film racconta la vita di questa madre che deve trovare il modo di campare (figurante cinematografica, commessa di negozio, segretaria di un avvocato) riuscendo a crescere i due figli che, ad un certo punto, gli vengono anche rapiti dal marito e sequestrati in casa da lui e dalla sorella di Anna, una specie di beghina-arpia che non le perdona di aver sposato Mario (portandoglielo via).

Anna ha qualche storia, o meglio si concede, sempre in maniera soft nel film che allude più che mostrare. Gli uomini le servono più che altro per trovare un tetto e i due bimbi vedono, sentono e capiscono. Vogliono bene alla mamma ma pian piano sviluppano accanto all'amore una specie di vergogna per questa madre di cui si parla in giro. Così Bruno, appena può se ne va dopo aver intuito che la mamma è incinta dell'avvocato per cui lavora e che con la moglie consenziente e interessata instaura un rapporto a tre.

La situazione viene chiarita allo spettatore pian piano perché il film, che si apre con il ritorno di Bruno a Livorno acchiappato dalla sorella che lo riporta dalla mamma, procede attraverso continui cambi di periodo (1971,1981, giorni nostri) interpretati da attori diversi. Anna (ora Stefania Sandrelli) ha un cancro in fase terminale, sta in un Hospice e alterna fasi di incoscienza in cui è imbottita di oppioidi a fasi di grande vitalità in cui dà sfogo ai suoi sentimenti e cerca di riconquistare il rapporto perduto con i due figli.

Bruno fa il professore di lettere a Milano in un istituto alberghiero; non ha superato le frustrazioni dell'infanzia ed è un consumatore abituale di droga al limite della dipendenza. Al fianco di Anna, che alla fine muore dopo aver sposato il vicino di casa da sempre innamorato di lei, ripercorre all'indietro la storia della sua vita, riesce a dirle le cose che non si sono mai detti e, prima della morte di Anna salta fuori addirittura un terzo fratello cresciuto come figlio dell'avvocato. Anna li metterà tutti e tre, riconciliati, davanti al suo letto di matrimonio-morte.

Se Bruno ne esce, la sorte di Valeria, che ha sposato un vigile urbano logorroico (il fascino delle divise?) sembra essere quella della madre quarant'anni dopo visto che, nel momento della morte della mamma, di fronte al marito sconcertato si rifugia tra le braccia del suo datore di lavoro.

Le due Anna sono entrambe molto brave e non si percepisce lo scambio di attrice. E' sempre Anna con la sua forza di volontà e la capacità di essere strana rispetto alle convenzioni e al quieto vivere. E' difficile esserlo mentre si interpreta un malato in fase terminale, ma la Sandrelli ci riesce bene, soprattutto nel finale quando lascia l'Hospice e ritorna a casa a sposarsi e a morire.

Ho ripensato a come era la provincia italiana nel 1971, a come erano i rapporti sociali, a come erano le donne, Paolo Virzì e la moglie (vera) Micaela Ramazzotti sono stati bravissimi nel costruire il personaggio e il clima (la festa a casa della contessa con i bimbi che ascoltano i commenti della servitù che sparla della loro mamma, la divisione di classe sociale all'interno del liceo di Bruno, l'avvocato Cenerini e la costruzione del rapporto a tre, la capacità di Anna di rimanere positiva quando ci sono di mezzo i bambini).


Il mio voto: 9.5


Bruno incontra il datore di lavoro-amante di Valeria – tipico livornese

– Tanto piacere, Luciano Vallesi, il titolare di questa azienda qui. Si lavora a inventarci lavori. Che ci vuoi fare, ormai è così. Te, invece? Artista, eh? Beato te. Chissà quanta topa c'è su a Milano! Aperitivi, vernissage, sfilate. La più scorfana fa la modella di Dolce e Gabbana! Scusa, si fa per scherzare.
– Prego.
– Bisogna ammetterlo: Sono abbastanza rozzo. Mettici che mi sono separato ora mia moglie. Dopo 10 anni di arresti domiciliari, insomma, sono un po' di fuori.
– Valeria La fai finita? Sempre a darnoia alla gente.
– Hai ragione. Si ragionava col tu' fratello.

 


Bruno ascolta negli spogliatoi i compagni che sparlano di sua madre – tipico livornese

Ragazzo: Lei è stata Miss Pancaldi, fai conto 10-15 anni fa. Faceva i pompini nelle cabine ai mariti delle amiche. Giuro, me l'ha detto il mi' cugino. Ha fatto un film a Castiglioncello perché era la ganza dell'attore famoso…
– Marcello Mastroianni.
– Bravo!
– Un amico di mio zio lavora con lei. Fanno le cose a tre con l'avvocato e la moglie.
– Dicono. Poi, boh.
– Scusate il latino, ma lei è una maiala ninfomane.
– Oh, fate piano, parla Baldacci.
Baldacci è il macho e due giorni prima Bruno si è scopato la sua ragazza a casa di lei dove era andato per studiare.
– Non ve lo volevo dire, però lei l'ho già castigata.
– Ma chi, la maiala? Nooo. Dai, non è possibile.
– No, no, io ci credo. Nihil fugit a grinfiis Baldacci. Fattelo narrare.
– Era venuta a parla' coi professori, a un certo punto mi tira un'occhiata e si infila in bagno.
– Nooo!
– S'è chiuso a chiave e poi… borda, prima in piedi, poi a pecora! È un'assatanata, vuole le parolacce. lo, però, non ce l'ho fatta. Poi è venuta anche in farmacia con una scusa per cercarmi
dal mi' babbo. Indovinate cos'ha comprato. Condus profilatticum!
(RISATE)
Cambia la scena siamo all'uscita del liceo e Baldacci è sulla moto con la ragazza sul sellino posteriore. Bruno lo avvicina:
– Scusa, Baldacci, siccome mi sarei trombato la tu' fidanzata, non vorrei averla messa incinta: Non sono stato attento. Fossi in voi mi farei un test di gravidanza. Può succedere.

Finisce a cazzotti

 

 

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Informazioni su Claudio Cereda

nato a Villasanta (MB)il 8/10/1946 | Monza ITIS Hensemberger luglio 1965 diploma perito elettrotecnico | Milano - Università Studi luglio 1970 laurea in fisica | Sesto San Giovanni ITIS 1971 primo incarico di insegnamento | 1974/1976 Quotidiano dei Lavoratori | Roma - Ordine dei Giornalisti ottobre 1976 esame giornalista professionista | 1977-1987 docente matematica e fisica nei licei | 1982-1992 lavoro nel terziario avanzato (informatica per la P.A.) | 1992-2008 docente di matematica e fisica nei licei (classico e poi scientifico PNI) | Milano - USR 2004-2007 concorso a Dirigente Scolastico | Dal 2008 Dirigente Scolastico ITIS Hensemberger Monza | Dal 2011 Dirigente Scolastico ITS S. Bandini Siena | Dal 1° settembre 2012 in pensione | Da allora si occupa di ambiente e sentieristica a Monticiano e ... continua a scrivere
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