Tranquilli – tranquilli cosa?

Non ho letto i giornali, non ho ascoltato i commenti e nemmeno le giustificazioni per non farmi influenzare;mi sono limitato a dare un'occhiata ai risultati.

Secondo le logiche del maggioritario il PD ha vinto perché conquista due Regioni. La vittoria finisce qui e vediamo come mai.

  1. L'Emilia Romagna non era solo la regione rossa per definizione. Era anche la regione con una tradizione di altissima partecipazione al voto dove la gente andava a votare in massa la domenica mattina. Una partecipazione sotto il 40%, mi spiace per i gatti silvestri che si arrampicheranno sui vetri, è una sconfitta grave della nostra democrazia oltre che un segnale di allarme. Forse c'è un aspetto positivo e vedremo se le forze politiche lo sapranno raccogliere. L'Istituto regionale non ha funzionato come strumento di decentramento dello stato: spesa fuori controllo, formazione di una casta politica che si è allegramente garantita di tutto in termini di stipendi e di privilegi, scarsa capacità di fare il proprio mestiere, cioè di esercitare una nuova forma di potere legislativo più legato al territorio. In Emilia, ma anche fuori dalle regioni rosse, farete fatica a trovare un cittadino medio che sappia rispondere alla domanda "a cosa serve la Regione?". Farete anche fatica a trovare un militante di partito che sappia rispondere ad un'altra domanda: "citami un paio di leggi importanti sul terreno regionale fatte in questi anni nella tua regione". Grazie a campagne di stama ben guidate si è fatto credere agli Italiani che le Provincie non servivano a nulla, è iniziata una bella campagna di ridimensionamento dei piccoli e medi comuni (visti anch'essi come centri di spesa inutile) e ora si scoprirà che quello che alcuni dicono da tempo, e cioè che la vera piaga sono le Regioni ha qualche elemento di verità. L'unica mia speranza è che l'astensionismo di ieri rappresenti solo la esternazione di un giudizio negativo sull'istituto regionale e non sia invece la spia di una crepa pesante del sistema democratico che non viene più frenata nemmeno dai movimenti di opposizione radicale al sistema (si chiamino Lega, M5S o FIOM.
  2. La Lega ha ottenuto un ottimo risultato in una regione rossa. E' vero che questo risultato si è accompagnato alla quasi sparizione del centro destra tradizionale, ma vale la pena di riflettere sul fatto che il candidato leghista non viene da un altro pianeta: ha una bella faccia padana e l'esperienza nel guidare il comune di Bondeno secondo stilemi tipicamente emiliani (il trattore, la festa popolare, …). Tutto ciò mentre Matteo Salvini (già capofila dei comunisti-padani al parlamento del Nord) si rivela bravo comunicatore e cerca di ricostruire una Lega che punta alla conquista di strati piopolari importanti mischiando proposte sociali e richiamo all'orgoglio nazionale contro l'Europa e contro l'assistenzialismo buonista verso gli stranieri.
  3. Il progetto della estrema sinistra con la cassa di risonanza di FIOM (Landini) e CGIL (Camusso) si rivela incapace di andare oltre il 3 o 4%: tante badiere e poco consenso. Alfano va male al punto di non entrare nel consiglio dell'Emilia e la stessa cosa capita al M5S in Calabria.
  4. Immagino già la sinistra PD riprendere i discorsi sulla "ditta" e sulla importanza di coinvolgere di più gli azionisti. A me pare che il problema vero non sia quello di rimettere in moto la macchina di partito, che non funziona per  mancanza di benzina e che ha bisogno di aprirsi di più alla società più che di contare il numero di tessere. Visto dal di dentro e dalla periferia questo partito mi pare pieno di brave persone desiderose di fare alla periferia e via via sempre più burocratizzato man mano che si sale. Mi dicono che qui in Toscana ci si appresta a preparare le prossime elezioni regionali senza primarie grazie alla pace raggiunta tra Renzi e il governatore Rossi un classico esponente di una concezione della politica da regioni rosse del vecchio PCI (soldi in periferia pur di non rompere le scatole a Roma). Esemplare la battaglia per far smantellare la Costa-Concordia a Piombino.
  5. Un'ultima considerazione la dedico al maltempo(?). L'acqua ne ha combinate di ogni genere in LIguria, ma anche in Toscana e a Milano. Da quanti anni è in giro Claudio Burlando? E a Carrara tutta colpa del Genio Civile? Si ha l'impressione che i disastri e la prevenzione dai medesimi più che dipendere dalla buona politica dipenda solo dalla densità della popolazione. Dove si è in pochi si vive bene; con buona pace della politica.

Chissa se Renzi vorrà aprire una riflessione che mi sembra indispensabile.

Info su Claudio Cereda

nato a Villasanta (MB)il 8/10/1946 | Monza ITIS Hensemberger luglio 1965 diploma perito elettrotecnico | Milano - Università Studi luglio 1970 laurea in fisica | Sesto San Giovanni ITIS 1971 primo incarico di insegnamento | 1974/1976 Quotidiano dei Lavoratori | Roma - Ordine dei Giornalisti ottobre 1976 esame giornalista professionista | 1977-1987 docente matematica e fisica nei licei | 1982-1992 lavoro nel terziario avanzato (informatica per la P.A.) | 1992-2008 docente di matematica e fisica nei licei (classico e poi scientifico PNI) | Milano - USR 2004-2007 concorso a Dirigente Scolastico | Dal 2008 Dirigente Scolastico ITIS Hensemberger Monza | Dal 2011 Dirigente Scolastico ITS S. Bandini Siena | Dal 1° settembre 2012 in pensione | Da allora si occupa di ambiente e sentieristica a Monticiano e ... continua a scrivere
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