numeri e riflessioni sui numeri

Decimo giorno di blocco totale. Non capisco bene se questo è un sogno che assume sfumature diverse, in cui dapprima si recita il ruolo del bravo cittadino, che riesce a cogliere perfino gli aspetti positivi di questa strana novità, poi si adatta cercando di ricrearsi un qualche modus vivendi, poi lotta disperatamente contro la noia e la depressione ….. e poi alla fine vince?

Credo che sia passato quasi un mese dalla formazione della prima zona rossa a Codogno, che ha ottenuto risultati brillanti, ma anche perché era facile da controllare.

Oggi vediamo che almeno un 4% della popolazione non ha capito che ogni giorno muoiono centinaia di persone, che il personale ospedaliero si ammala, che si sta lottando drammaticamente per reperire nuove aree di terapia intensiva, che un poveretto/a è morto mentre da Bergamo veniva trasportato in Puglia, perché in Lombardia non c’era più posto, che quando l’epidemia finirà lascerà non solo una scia di cadaveri, ma di industrie e piccole attività commerciali defunte, di disoccupazione, di paralisi degli scambi a livello nazionale, europeo e mondiale

…. E soprattutto non si capisce che si deve stare fermi e a cuccia, perché il virus lo portano in giro proprio quelli che non stanno fermi e tanti non possono stare fermi perché se no la società si spegne, come la luce ed il ritiro dell’immondizia.

Da quale ventre oscuro escono questi idioti? E per favore il prossimo che mi manda una vignetta su De Luca si prende un vaffa grande come una casa, perché in parte anche minima gli idioti si nutrono dell’aura di esagerazione, del sospetto di esagerazione sulle misure precauzionali che quelle vignette generano.

OK, abbiamo riso, ho riso anch’io, ma ora basta e cerchiamo di fare vignette che mettono alla gogna gli imbecilli che per combattere la noia fanno i barbecue o vanno insieme a bere al parco. Grazie a questi imbecilli la parte finale delle curve logistiche si allontana e si potrebbe arrivare a vietare ogni tipo di uscita.

I contagiati attivi crescono ancora in modo costante, segni di rallentamento non ce n’è, ma ci sono ben 475 morti in più e, per fortuna 1024 nuovi guariti.

I totali fanno un saltino in avanti, che però riflette soprattutto l’aumento dei guariti. A Bergamo e Brescia si continua a morire, ma mentre a Bergamo (blu) continua il rallentamento dell’incremento, a Brescia (rosso) si accelera. Purtroppo la curva a Milano (grigio) s’impenna. A Lodi continua il miglioramento, evviva, almeno uno e Piacenza la situazione è incerta.

Nel complesso la Lombardia, che da sola fa più della metà di tutti i numeri nazionali, vede una crecita costante dei totali da almeno 9 giorni, per cui direi che alla crescita violenta la settimana scorsa di Bergamo e Brescia deve fare da contrappasso un rallentamento diffuso altrove.

Invece le curve di Emilia, Veneto e Piemonte continuano a crescere seppur con pendenze basse, ma hanno la concavità in alto. Non ho dati di altre regioni, se non quello della suddivisione tra diversi trattamenti (terapia intensiva, ricovero ospedaliero, isolamento) dei contagiati e vi assicuro che la Lombardia spicca anche lì.

Su scala internazionale noi siamo all’apice ma Spagna, Germania e USA salgono con pendenze paurose, per ora leggermente maggiori o uguali alla nostra. La nota più positiva forse è quella dei vari trattamenti sperimentali. Speriamo bene, ce la possiamo fare. Se conoscete un idiota che va in giro a bighellonare, denunciatelo.

Info su Bruno Petrucci

Geologo professionista, nato a Salerno 1946 e laureato a Milano nel 1975. Attività di pianificazione sismica, tramite studi di micro-zonazione nel post-terremoto dell’Irpinia (1980) e successivamente tra il 1986 ed il 2009 nel territorio Lombardo ove ha operato parallelamente nell’ambito della pianificazione territoriale alla luce del rischio idrogeologico. Nello stesso periodo si è occupato di studi di fattibilità grandi opere (strade e dighe) e ricerche idriche in Italia, Asia, Sud America ed Africa. Attualmente impegnato in indagini idrogeologiche e ricerche di acque sotterranee in paesi in via di sviluppo, particolarmente in Somalia, Kenya, Tanzania e Libano. Attività di insegnamento nell’ambito del Master “Le risorse Idriche nei Paesi in Via di Sviluppo” presso l’Università di Milano Bicocca dal 2004 ad oggi. Iscritto all’Ordine Nazionale dei Geologi dal 1984.
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