quando tutto sarà finito … – CoronaMilano 7

21 marzo AdC (anno del coronavirus)

“Quando tutto sarà finito… bla…bla…”. Ma chi ha detto che esisterà una fine? E se invece fosse solo l’inizio di una nuova era? Probabilmente non solo il tunnel sarà lungo, ma poi ci sarà un altro tunnel e poi un altro ancora… un po’ come guidare lungo l’autostrada A10 fra Savona e Ventimiglia…

Se pensavamo a questa epidemia come a un episodio isolato da raccontare un giorno ai nipotini forse ci siamo sbagliati. Probabilmente invece diremo ai nipotini che PRIMA c’era stata una Belle Époque e neanche ce ne eravamo accorti. Una Belle Époque in cui andavamo al cinema, allo stadio e in piazza stando vicini l’uno all’altro. Una Belle Époque in cui le scuole stavano aperte nove mesi all’anno e in metropolitana stavamo così vicini l’uno all’altro che qualcuno ne approfittava per toccare i culi o per rubare i portafogli…

Cercando di vedere nella nebbia del futuro, un rapporto scientifico del prestigioso Imperial College di Londra, integrato con una lettura interpretativa della MIT Technology Review, spiega perché l’epidemia di Coronavirus durerà ancora anni. Durerà non nelle forme attuali, ma come un sottobosco, come una brace pronta a riemergere a fasi alterne che piano piano impareremo a tenere sotto controllo o, almeno, con cui piano piano impareremo a convivere.

La differenza di questo report dalle molte analisi statistiche in circolazione è che non analizza solo QUESTA epidemia in corso, ma cerca di immaginare le reiterazioni future di un virus, parzialmente addomesticato e sotto controllo ma pronto a riemergere in fasi epidemiche successive.

Le conseguenze economico-sociali dureranno forse decenni. Non illudiamoci: anche se si trovasse un vaccino efficace, occorreranno tempi lunghi prima di immunizzare tutti. Il report chiarisce che le misure di distanziamento sociale (riduzione del 75% dei contatti) potranno essere efficaci sul breve periodo ma poi, con la ripresa della vita “normale” l’epidemia riprenderà, seguita da nuovi periodi di restrizioni e così via.

Se sarà così dovremo abituarci e definire una certa quota di Terapie Intensive che, una volta raggiunta, darà luogo a fasi di restrizioni sociali con conseguenti riduzione della quota, seguite poi da nuovi cicli ripetitivi. Sui tempi brevi (1-2 anni) la prospettiva ciclica è di scuole aperte per due mesi seguiti da un mese di chiusura. Sui tempi lunghi invece dovremo immaginare e progettare uno stile di vita completamente diverso da quello attuale. Andranno ripensate tutte le attività che coinvolgono ristoranti, bar, hotel, cinema, centri commerciali, musei, sport, congressi, turismo, viaggi… Dovremo modificare le attività con i figli e con gli anziani.

Già si parla di una nuova “Shut-in economy” (economia di un mondo basato sulla chiusura). Diventerà normale non programmare le vacanze sei mesi prima o annullare i viaggi all’ultimo momento. Occorrerà ripensare ai sistemi sanitari, dimezzare il numero di posti al cinema e allo stadio, rinunciare a una serie di diritti alla privacy…

Pensare a questo futuro non è terrorismo psicologico; in fondo non è neanche una novità totale. E’ solo una proiezione sul futuro di quello che abbiamo già fatto negli ultimi decenni su scala minore. Dopo le bombe sugli aerei negli anni ’70 ci siamo rapidamente abituati ai controlli bagagli in aeroporto (ma all’inizio ci opponevamo a questa nuova oppressione) e ora ci sembra normale passare sotto metal-detector o body-scanner prima di entrare in banca, su una nave, in molti uffici pubblici e anche in qualche metropolitana. Lo viviamo come una semplice scocciatura, pronti a slacciarci la cintura e togliere le scarpe. Anzi, ci preoccupiamo se i controlli ci sembrano poco rigorosi. OGGI raccontiamo ai nipotini che PRIMA non c’erano questi controlli!

Con il virus in circolazione forse dovremo abituarci all’idea che i nostri telefonini vengano tracciati per disegnare una mappa individuale dei percorsi individuali, in modo che a ognuno di noi si possa attribuire un “punteggio di immunità” associato ai luoghi frequentati, a chi abbiamo incontrato, ecc. Quando vorremo entrare in un luogo affollato o prendere un aereo diventerà possibile essere rifiutati perché il nostro punteggio di immunità risulta inferiore a un certo limite e potremmo diventare pericolosi untori a nostra insaputa. Probabilmente, dopo una fase iniziale di stupore, non ci opporremo e ringrazieremo chi ci rifiuta per l’informazione che ci fornisce sulla nostra salute.

Probabilmente non vedremo cambiamenti così radicali solo in seguito al Covid-19, ma dobbiamo fin d’ora iniziare a pensare a questo genere di cambiamenti progressivi che, in seguito a successive epidemie, magari reiterazioni di Covid-19, ci porteranno silenziosamente verso un nuova Shut-in economy. Un’economia in un nuovo mondo in cui le differenze sociali saranno molto diverse da quelle attuali. Magari saranno differenze necessariamente più accentuate di quelle attuali. Chi vivrà vedrà…


 

Info su Roberto Ceriani

Roberto Ceriani, classe 1950, laureato in Fisica, dopo molti anni di insegnamento ha vinto il 1° concorso per Dirigente Scolastico e quindi, dopo aver fatto questo nuovo lavoro per alcuni anni, è andato in pensione per raggiunti limiti di età. Interviene spesso su Facebook su problematiche riguardanti il mondo della scuola. “Autore di libri di Fisica per Licei e di numerosi testi di divulgazione informatica. Formatore di insegnanti in Lombardia e nelle regioni del Sud. Ha lavorato 9 anni all’IRRSAE-IRRE Lombardia dove si è occupato di Progetti Europei di formazione docenti e di analisi statistiche di dati internazionali sugli apprendimenti (Progetto OCSE-PISA). Attualmente, per conto dell’Invalsi, si occupa di valutazione delle scuole italiane e, per conto dell’USR Lombardia, è impegnato nelle attività di valutazione dei Dirigenti Scolastici”
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