#lavoro sporco#

Il #lavoro sporco# di Renzi è consistito prima nell'impedire che due estati fa si andasse a votare in un contesto di Lega crescente e così ha fatto da ostetrica per consentire la nascita, intorno a Conte, della alleanza tra PD e 5 stelle.

Quel governo, vuoi perché ha giocato bene in Europa, vuoi perché c'era il Covid, vuoi perché c'era stato Draghi alla BCE, è riuscito a portare a casa una bella paccata di soldi e su quei soldi sono incominciati problemi. Infatti:

  • il perno della maggioranza parlamentare era il gruppo del M5* e così sono incominciate le spese a pioggia e la mancanza di una svolta di politica economica radicale
  • il PD appariva disorientato, debole e preoccupato solo di tirare avanti facendo fronte alla pandemia; il partito che aveva dichiarato mai con i 5*  ridotto a fare l'asino alla stanga

Così è iniziata l'azione di logoramento impostata da Renzi, apparentemente per cambiare le politiche del governo, in buona sostanza per mandare a casa Conte e far arrivare Draghi. Sono troppo fuori dal mondo politico professionale per giudicare se si sia trattato di una azione consapevole del tipo tanto peggio tanto meglio (magari concordata oggettivamente con il Presidente della Repubblica che comunque a lui deve la sua elezione) o quanto è accaduto fosse nella logica delle cose (Conte non poteva dare di più e, dopo la apertura della crisi, è emerso che strade basate sulla compravendita del consenso al centro non stavano in piedi – troppo pochi i responsabili).

Il fatto che 5 minuti dopo la resa della esplorazione Fico fosse già pronto il mandato per Draghi e che Mattarella avesse già pronto anche il discorso per spiegare agli Italiani che votare è la norma della democrazia ma c'è il Covid e ci sono i tempi per il piano di aiuti europei, mi ha fatto pensare che, a partire da una certa data (quella in cui il governo è andato in parlamento e si è acclarato che non aveva la maggioranza al Senato), fosse già tutto scritto.

Un pensatore illuminista avrebbe potuto osservare che Draghi potevate chiamarlo 60 o 90 giorni fa quando Renzi alzava il prezzo (dichiarava di volere cambiamenti radicali sia nelle politiche sia nelle prassi del governo Conte). Sembra invece che non possa essere così. Nell'attuale quadro istituzionale non basta dire che una certa cosa potrebbe accadere perché accada, bisogna che le ipotesi alternative si mettano in gioco e si brucino per poter arrivare alla conclusione cui siamo arrivati.

A parte la chiamata per Draghi, Renzi aveva in mente di rendere impossibile la costruzione di una forza progressista (populista) basata sulla alleanza strategica tra PD e 5* e contemporaneamente arrivare a una fine ordinaria della legislatura in modo che la elezione del nuovo capo dello stato la faccia questo parlamento in cui il centro destra, maggioritario a livello di opinione, non ha la maggioranza.

Stiamo per arrivare al momento della verità.tra una operazione di piccolo cabotaggio (fottere Salvini) e una operazione seria. Draghi è persona molto autorevole, ha dichiarato di non essere interessato alla politica ma semmai alle istituzioni democratiche (salvatore della patria senza le ambizioni che furono di Monti), ma è chiaro che se lavorerà bene sarà lui il candidato naturale al dopo-Mattarella.

Sta per presiedere un governo di salute pubblica e la prima carta da giocare, per dare un segno di svolta, è quella della composizione della squadra di governo e subito dopo, o meglio contestualmente, il cronoprogramma. Si sono sprecate frasi come governo dei migliori il che manda un messaggio interessante da leggere in controluce: gli altri (Conte 1 e Conte 2, ma anche i precedenti) sono stati governi del mediocri.

Per farlo basta che Draghi segua quanto previsto dalla Costituzione e proponga al Capo dello Stato delle nomine decise in autonomia e senza entrare nel baratto dei tecnici di area: se propongo X accontento il partito Y, ma allora devo mettere W che sta bene al partito Z. Non se ne uscirebbe mai e ci si troverebbe di nuovo impantanati.

Dunque totale autonomia nella scelta e anche scelta di persone fortemente autonome sul piano intellettuale.

E Renzi Richelieu? Cinque minuti dopo avere vinto è finito fuori gioco perché se la operazione parte non ci saranno margini per l'uso dei suoi senatori e se non parte, tutti a casa.

Forse verranno al pettine alcuni dei nodi relativi alla repubblica dei partiti che non funziona più dai tempi della crisi della prima repubblica. Non vedo progetti positivi di ricostruzione ma non ho nemmeno la palla di vetro. Uscire dal populismo senza una modifica della Carta Costituzionale che ridefinisca gli strumenti della politica e i rapporti tra i tre poteri dello stato 75 anni dopo la fine della II guerra mondiale e aggiungo, dopo che il Covid, ha cambiato il modo di vivere e di lavorare mi sembra impossibile.

Info su Claudio Cereda

nato a Villasanta (MB)il 8/10/1946 | Monza ITIS Hensemberger luglio 1965 diploma perito elettrotecnico | Milano - Università Studi luglio 1970 laurea in fisica | Sesto San Giovanni ITIS 1971 primo incarico di insegnamento | 1974/1976 Quotidiano dei Lavoratori | Roma - Ordine dei Giornalisti ottobre 1976 esame giornalista professionista | 1977-1987 docente matematica e fisica nei licei | 1982-1992 lavoro nel terziario avanzato (informatica per la P.A.) | 1992-2008 docente di matematica e fisica nei licei (classico e poi scientifico PNI) | Milano - USR 2004-2007 concorso a Dirigente Scolastico | Dal 2008 Dirigente Scolastico ITIS Hensemberger Monza | Dal 2011 Dirigente Scolastico ITS S. Bandini Siena | Dal 1° settembre 2012 in pensione | Da allora si occupa di ambiente e sentieristica a Monticiano e ... continua a scrivere
Questa voce è stata pubblicata in Cultura, Istituzioni, Politica interna e contrassegnata con , , , , . Contrassegna il permalink.

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*


− 4 = null

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>