La regressione culturale della destra – di Alvaro Ricotti

Si fa un gran parlare, di questi tempi, di cultura di destra e cultura di sinistra. Dopo il successo elettorale la Dx, in una sorta di rivalsa revanscista, sta sferrando un attacco tendente a ribaltare quello che chiama egemonia culturale della Sx. Ritiene che sia finalmente giunto il momento di scalzare questa egemonia che pervade l'Italia dal secondo dopoguerra per riaffermare e ripristinare una vera cultura italiana non inquinata da un pensiero estraneo alla nostra tradizione.

Parafrasando il "Dio lo vuole" di papa Urbano II del 1095 nell'indire la prima crociata, la Meloni con altrettanta enfasi e un po' meno pudore, lancia il suo "L'Italia lo vuole" e "L'Italia ce lo chiede". Parte così la sua crociata con il vessillo "Dio, Patria, Famiglia" issato sull'alabarda ideologica contro i simboli della decadente e agonizzante cultura di Sx.

Inizia fin da subito, la pulzella della Garbatella, ad individuare gli obiettivi da abbattere: basta con i Rave, l'hard rock è veicolo di droghe e perdizione, molto meglio "er vino de li castelli … anvedi la c'è Marino"; basta con il festival comunista di Sanremo, basta con queste unioni di "froci e lesbiche" e il riconoscimento dei figli surrogati; basta con questi arabi e negri, infedeli, che minacciano una sostituzione etnica nel nostro Paese, anzi Nazione, basta con il salvare in mare questi miserabili irresponsabili che si avventurano con frotte di figli invece di cambiare responsabilmente le cose nel loro Paese; basta con l'obbligo del POS, basta con i controlli sugli appalti per la paranoia della mafia; basta con questi termini presi dalla "Perfida Albione", lei che è una 'under dog' e si fregia di difendere l'Accademia della Crusca, ecc. ecc.

La Sx, da parte sua, frastornata dalla sconfitta elettorale, tenta di opporsi a questa strategia in modo confuso, disordinato, ma soprattutto finora inconcludente. Usa l'ironia per contrastare le proposte più stampalate, in effetti come avrebbe potuto immaginare che l'intelligenza umana potesse cadere così in basso! Ma non capisce che è in atto una strategia sottile, un tarlo che inesorabilmente tenta di avvelenare le coscienze; come spiegare altrimenti le dichiarazioni sulle "vittime, in quanto italiani, alle Fosse Ardeatine" e quella ancor più ridicole e offensiva sulla "banda di musicanti in pensione in Via Rasella" e la strategia di mettere in dubbio l'essenza antifascista della Costituzione.

Non c'è che una strada per la Sx per contrastare questa caduta verticale, quella di muoversi sul piano culturale e valoriale avendo come punto di forza la nostra Costituzione prima che anche questa venga messa in discussione nei suoi articoli fondamentali.

Penso comunque che le categorie di Dx e Sx riferite alla cultura siano, se non sbagliate, almeno improprie. La cultura non è di per sé né di Dx né di Sx. La cultura è l'insieme delle credenze, delle usanze, dei comportamenti sociali, delle aspirazione e delle contraddizioni di un popolo, delle sue espressioni artistiche, delle sue visioni scientifiche e delle scelte tecnologiche. Insomma, affermare che una cultura sia di Dx o di Sx è alquanto riduttivo. Per estremizzare: la cultura dei Boscimani è di Dx o di Sx? e quella degli Aborigeni australiani o dei Lapponi? Per questo, ritengo che associare o definire una cultura di Dx o di Sx sia improprio. Diciamo che le forze politiche che agiscono in una società veicolano i loro valori, quelli sì di Dx o di Sx, attraverso i canali e le espressioni culturali.

Io definirei la cultura con altri termini concettuali, termini che ne indichino le tendenze strategiche nel loro divenire nel tempo e che si caratterizzano in senso conservatrice o progressista. La tendenza conservatrice è promossa e sostenuta da quelle forze, generalmente di Dx, ma non sempre, che sono più restie al cambiamento se non a determinate e ben definite condizioni, ritengono rischioso e a volte anche pericoloso avventurarsi in nuovi percorsi sociali, preferendo lo status quo. In ogni caso la tendenza conservatrice vede prioritariamente la difesa della libertà individuale e della iniziativa privata e del rischio in campo economico e quindi si riflette sul piano legislativo promuovendo tutte quelle norme atte a sostenere questo pensiero.

La tendenza progressista, prevalentemente sostenuta dalle forze di Sx ha meno timore delle innovazioni e novità in campo sociale, più facilmente pone in discussione, senza respingerle a priori, quelle problematiche promosse da gruppi minoritari o, quanto meno, le tollera in una accettazione caleidoscopica e non monolitica della società. Tenendo in maggior conto il concetto illuministico, da cui proviene il suo pensiero, dell'uguaglianza, tendenzialmente porta a valorizzare e promuovere tutti quei comportamenti sociali e individuali che si muovono in tal senso. Diciamo che l'articolo della Costituzione Italiana che invita a rimuovere le cause economiche e sociali che determinano forti diseguaglianze tra i cittadini rispecchia compiutamente questa visione promuovendola a principio etico.

Comunque le società europee e quelle occidentali in generale, quelle che hanno le loro radici comuni nel pensiero greco e nei valori emancipatori emersi dalla Rivoluzione Francese, quelle che poi si sono affermate nella democrazia in tutte le sue declinazioni si muovono sostanzialmente in una sintesi delle due visioni culturali progressiste e conservatrici in una alternanza in cui prevalgono di volta in volta ora l'una ora l'altra.

La Dx a trazione Meloni-Salvini agisce in ambito culturale non rispecchiando né le prospettive culturali dei conservatori né tanto meno quelle dei progressisti. I suoi riferimenti risiedono in una società antica, pre rivoluzione illuministica, anzi alcuni dei suoi valori erano strutturali delle società tribali. L'idea della separazione e della paura di una contaminazione etnica, della difesa del territorio da possibili invasioni, l'ossessione quindi dei confini a tutela della Nazione derivano direttamente dal concetto primordiale del "branco" e del suo territorio, vive culturalmente in questa Dx; e, questa idea, che nel fascismo fu teoria e prassi, i cui valori  furono recuperati, reinterpretati e realizzati politicamente è la madre generatrice del loro pensiero attuale. Da qui, da quel periodo, da quella esperienza trae la continuità l'ideologia meloniana forzando appunto su una istintualità sociologicamente primitiva che è presente comunque in tutti noi.

Quando i bambini e gli adolescenti si aggregano tra loro, agiscono spinti da un'istintività primitiva; si aggregano in gruppi, gruppi di cortile, in contrapposizione ai gruppi di altri cortili vissuti sempre come antagonisti e sostanzialmente dei nemici. Bande, bande di via o di quartiere contro altre bande, ciascuna con le proprie parole d'ordine, con i propri riti. Chi non ha vissuto quei momenti? Ma poi crescendo quelle dinamiche socio-psicologiche sono state abbandonate, ci si è evoluti, proprio come dalle prime aggregazioni umane ci si è trasformati in società complesse in un percorso che ha portato alle civiltà attuali.  "I ragazzi della via Paal" o "Il signore delle mosche" non sono che ricordi di letture infantili. Solo con il superamento delle dinamiche istintive tribali si è potuto passare dal "branco" alla complessità delle società moderne.

Una società evoluta, integrata, aperta viene rifiutata culturalmente da questa Dx, di cui dalla destra conservatrice è una deviazione spuria che sogna, anacronisticamente una società chiusa in sé stessa in cui si esaspera il "NOI" in contrapposizione con gli altri. La Dx meloniana con la parte più retriva della Lega a guida Salvini agisce politicamente e culturalmente tentando di determinare una deviazione regressiva (si legga pure fascista) delle società italiana che va ben oltre le tendenze di una Dx conservatrice moderna.

Il suo pericolo è enorme anche per la sottovalutazione che i ben pensanti di sinistra attribuiscono al fascino istintuale che da quella proviene. Una sottovalutazione storica da parte dei ben pensanti fu quella che permise al fascismo di conquistare il potere nel 1922, convinti di poterlo in seguito controllare derubricando a goliardia le loro stranezze comportamentali,  per poi pagarne le conseguenze e farle pagare a tutto il popolo italiano. Per questo occorre muoversi al fine di determinare una sua sconfitta oltre che politica soprattutto culturale.

 

Info su Alvaro Ricotti

Sono nato nel 1949 e faccio parte della generazione del Molinari; ho militato in AO dalle origini fino al suo scioglimento. Ho fatto filosofia alla statale e insegnato in una scuola professionale regionale fino all' 89. Ho quindi fondato una agenzia di fotogiornalismo poi ceduta nel '97. Mi sono trasferito ad Imperia dove ho aperto un negozio di mobili etnici antichi che importo direttamente dall'India, Indonesia e Thailandia. Nonostante abbia superato i 70 continuo nella mia attività. Ho due figlie laureate in lingue in Inghilterra. Arianna di 33 anni è stata candidata nelle liste di Sala, la piccola Aurora insegna spagnolo a Londra. sono iscritto al PD dal 2008 e partecipo attivamente alla vita del Circolo di Imperia.
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