contro l’ipocrisia del politicamente corretto

Stamattina mentre andavo a lavorare ho ascoltato su radio 24 la trasmissione di Oscar Giannino dedicata alla vicende parallele di Minzolini e Mentana.

Ho avuto l'ennesima delusione da un giornalista intelligente, Maurizio Porro, che da un po' di tempo, per restare fedele al cliché del Giornale infila banalità. Porro, sul caso Minzolini ha sostenuto due tesi poco condivisibili:

  1. Ha minimizzato la questione della carta di credito usata in maniera indebita lasciando sottintendere che fanno tutti così e dunque va bene così
  2. L'accusa a Minzolini di aver cacciato il TG1 in un cul de sac è sbagliata perché il TG1 sarebbe sempre stato quella roba lì: un TG governativo e paludato

Sul primo punto mi spiace deluderlo anche se mi rende conto che chi frequenta il potere spesso perde il senso del danaro, della onestà e del concreto. Ne ho parlato a botta calda nel post un modello.

Io trovo immorale che uno sfori di 65 mila euro con la carta di credito in 14 mesi. Si badi; stiamo parlando non di quanto ha strisciato con la carta per spese aziendali, ma di quanto ha sforato. Sono circa 5'000 euro al mese; il doppio di quanto prendo io che faccio il Dirigente dello Stato. E ricordiamoci che la RAI è una azienda parapubblica e che sta in piedi sul canone obbligatorio per chi acquisti un televisore anche se non si sognerebbe mai di guardare la RAI. Ricordo che si tratta di una tassa di possesso introdotta per salvare la RAI quando cominciò ad emergere che il canone a favore di un  solo operatore aveva qualche problema di legittimità costituzionale.

Quest'anno io lavoro in provincia di Siena; la provincia è grande e per qualsiasi azione di coordinamento provinciale o interprovinciale è obbligatorio spostarsi in macchina. Stamane, per gaioni di servizio mi sono fatto circa 150 km tra andata e ritorno, Non solo non ho rimborsi ma il buon Tremonti circa 2 anni fa ha stabilito che non è possibile avere l'autorizzazione all'uso del mezzo proprio per ragioni di servizio. Non solo non hai rimborsi ma se accade qualcosa ti diranno "non eri utorizzato ad usare la macchina". Dopo la conferenza di servizio siamo andati a pranzo insieme e ciascuno ha pagato il suo. Capito Porro?

Sul secondo punto: è vero che il TG1 è sempre stato legato all'establishment. Ma l'accusa a Minzolni non è quella. E' quella di aver fatto precipitare gli ascolti dimostrandosi incapace di fare il direttore e di aver fatto operazioni di rottura con la redazione. Dal 1954 il TG1 ha avuto 26 direttori: io ricordo Biagi, Vecchietti, Fede, De Luca, Longhi, Fava, Vespa, Volcic, Rossella, Brancoli, Lerner, Mimun, Riotta, Sorgi, Borrelli. Persone diverse nello stile di conduzione e di direzione, oltre che nelle opinioni politiche. Tutti grigi? Tutti con ascolti a precipizio?

E vengo ad altre argomentazioni non condivisibili che ho ascoltato oggi. Minzolini era un famoso giornalista parlamentare grande esperto in dietrologia. Oggi qualcuno diceva che non è stato capace di bucare il video e ha ha fatto un TG noioso. Aggiungeva poi che se avesse perso notevolmente quote di ascolto ma le avesse perse facendo un TG originale sarebbe stato da salvaguardare.

Ci risiamo con il fatto che la Rai è di tutti e dunque la socializzazione delle perdite va bene. Raccontatelo ai proprietari dei quotiadiani o ai proprietari delle TV  private (da Mediaset, a Sky a la 7) e vedrete che la dimensione del profitto economico non è mai una variabile indipendente rispetto alla qualità giornalistica e al profitto politico. Quando sento i giornalisti fare questi ragionamenti mi vengono in mente certe logiche deleterie da pubblico impiego.

Il caso di Mentana forse si risolverà, ma Mentana ha fatto bene a puntare i piedi. Ha inventato un TG che non c'era togliendo ascolti sia al TG1 sia al TG5. Ha innovato sul piano della comunicazione giornalistica ed è stato denunciato al giudice del lavoro per condotta antisindacale perché non avrebbe fatto leggere, in mezzo al TG, uno di quei noiosi e rituali comunicati sindacali di solidarietà con pinco e pallino (questa volta uno sciopero dei poligrafici). Ritualismo sindacale da soviet burocratico contro freschezza della informazione ("chi vi parla è stato autorizzato dal comitato di redazione" – qui radio Mosca).

Queste sono le cose che mi impediscono, da iscritto alla CGIL, di solidarizzare con la FIOM che grida al golpe perché la FIAT non la considera un partner dopo che si è rifiutata di firmare il contratto.

Nel settore della scuola la CGIL è in prima fila nel sostenere la giustezza della linea secondo cui solo i Sindacati firmatari del contratto hanno diritto a tutele e a partecipare alla contrattazione integrativa. Poi ci sono le RSU e chiunque ha diritto di presentare liste per la RSU, ma la RSU è un organismo unico e unitario e non esistono i rappresentanti del sindacato xy nella RSU; esiste la RSU (al singolare) che quando ha dissensi al suo interno parla per la posizione maggioritaria.

Tra i metalmeccanici le cose razionali non valgono? Quello che nello Stato è normale politica sindacale, tra i metalmeccanici è un golpe?

Ma questi signori si sono accorti che dai primi anni 70 sono passati 40 anni e che gli Italiani dicono che certi modelli oltre che sbagliati non sono sensatamente riproponibili?

 

Info su Claudio Cereda

nato a Villasanta (MB)il 8/10/1946 | Monza ITIS Hensemberger luglio 1965 diploma perito elettrotecnico | Milano - Università Studi luglio 1970 laurea in fisica | Sesto San Giovanni ITIS 1971 primo incarico di insegnamento | 1974/1976 Quotidiano dei Lavoratori | Roma - Ordine dei Giornalisti ottobre 1976 esame giornalista professionista | 1977-1987 docente matematica e fisica nei licei | 1982-1992 lavoro nel terziario avanzato (informatica per la P.A.) | 1992-2008 docente di matematica e fisica nei licei (classico e poi scientifico PNI) | Milano - USR 2004-2007 concorso a Dirigente Scolastico | Dal 2008 Dirigente Scolastico ITIS Hensemberger Monza | Dal 2011 Dirigente Scolastico ITS S. Bandini Siena | Dal 1° settembre 2012 in pensione | Da allora si occupa di ambiente e sentieristica a Monticiano e ... continua a scrivere
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