Elegia americana – J. D. Vance di Daniele Marini

Si potrebbe considerare un romanzo di formazione, ma si tratta di una autobiografia di un giovane originario del Kentucky e che ha vissuto infanzia e adolescenza nelle regioni del “rust belt”.

Il titolo originale è American Hillbilly, hillbilly è il termine con cui si denotano gli abitanti delle regioni degli Appalachi, di origine Scozzese o Irlandese, che costituiscono una comunità molto coesa. Si potrebbe tradurre con “buzzurri”, figure di Americani che spesso il cinema ci ha proposto.

Questo libro mi ha attratto perché descrive una realtà di emarginati, gli esclusi che hanno rivolto la loro attenzione politica verso i populisti e i sovranisti. L’autore racconta con passione e partecipazione la sua gioventù in un contesto sociale che passa progressivamente da un relativo benessere alla disperazione della perdita del lavoro, con la scomparsa delle acciaierie e delle miniere.

La sua stessa vita è emblematica di quella di tanti altri “hillbilly”, con il padre che scompare poco dopo la sua nascita, la madre che lentamente diventa preda della droga e cambia mariti e amanti con frequenza più che annuale, costringendo i figli a continui trasferimenti. Ma la famiglia, zii e soprattutto nonni sempre presenti e che gli garantiscono una punto di approdo, un riferimento costante.

La nonna in particolare costituisce per J.D. lo stimolo che lo porta a superare le difficoltà dello studio in modo brillante, fino al momento della scelta dell’Università. Ed è allora che J.D. si rende conto di non sapere come vivere nel mondo, al punto da non riuscire a compilare i moduli perché non comprende il senso delle stesse domande.

A 17 anni decide quindi di arruolarsi nei Marines e questa esperienza lo matura e lo rende autonomo e soprattutto consapevole che può affrontare qualunque sfida. Al rientro si iscrive alla Ohio State University e nel giro di pochi anni si laurea e diventa avvocato. Riesce così a compiere il passaggio sociale dalla condizione di sottoproletario alla classe media.

La cosa che più mi ha interessato è il quadro sociale che delinea. Persone che hanno perso ogni riferimento, la cui struttura sociale si esaurisce a livello famigliare, in cui le stesse Chiese non riescono più a dare senso. L’effetto de-socializzante della perdita del lavoro viene negato dai più anziani che vivono nel ricordo di condizioni di vita migliori, e non viene colto dai più giovani che finiscono preda dell’ubriachezza e della droga.

E’ una analisi molto emozionante della condizione di quelli che chiamiamo esclusi e della incapacità della politica di dare risposte. Anzi le risposte basate sul sostegno economico (salari di sostegno) producono effetti ancora più drammatici allontanando i giovani dalla ricerca di una soluzione. J.D. Vance è riuscito a evitare questo esito con uno sforzo e con la scelta di andarsene, prima tra i Marines, poi frequentando l’università e infine trasferendosi in altre città. Vance stesso si qualifica come cervello in fuga, e dimostra che solo un forte impegno personale per cercare una propria strada è la soluzione per salvarsi.

Nel dibattito politico Italiano sui problemi degli emarginati e degli esclusi si avanzano proposte di reddito di cittadinanza o di reddito di sostegno, ma quel che chiarisce Vance è che bisogna capire come è nata l’emarginazione, che storia ha e che storie diverse hanno vissuto i singoli che ne sono parte. Più che forme di reddito di sopravvivenza Vance è la prova che lo studio e l’impegno personale costituiscono la strada del recupero e della fuga dall’emarginazione.

Per certi aspetti ho trovato un messaggio simile nel ciclo de L’Amica Geniale di Elena Ferrante. Anche qui il riscatto è frutto dello studio e della fuga dal contesto sociale che rischia di imprigionare la protagonista narrante.

Dopo queste letture mi sono domandato se tante uscite considerate politicamente scorrette nei confronti dei giovani non vadano meglio considerate cercando di comprenderne il senso e il messaggio nascosto. Mi riferisco ai bamboccioni di Padoa Schioppa, ai giovani choosy della Ministra Fornero, alle uscite che tanto scandalo hanno provocato del Ministro Poletti. Davvero i giovani sono diventati intoccabili e non-criticabili?


J.D. Vance

Elegia americana

Collana SAGGI Casa Editrice GARZANTI 255 pagine, 18 euro


 

Info su Daniele Marini

Laureato in fisica nel 1972 si è sempre dedicato a ricerca e insegnamento di informatica all'Università di Milano. Inizialmente interessato ai fondamenti logici dell'informatica in seguito si è dedicato a ricerche in eidomatica (grafica e immagini digitali). Negli ultimi 15 anni ha avuto interesse in modelli computazionali della percezione visiva di cui si interessa tutt'ora nel campo delle fotografie astronomiche. Ha dedicato 10 anni al Consiglio Universitario Nazionale e al Senato Accademico contribuendo alla attuazione dei cicli didattici (in parte pentendosene). Ora in pensione, dedica i suoi interessi a studi di fluidodinamica computazionale, alla astrofotografia e astrofisica e alle innovazioni tecnologiche e ai loro effetti sui sistemi sociali.
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