Un mese in Vietnam – di Roberto Ceriani – 9 Hotel cambogiani

La buona notizia è che anche stanotte l’albergo non è crollato. È uno strano hotel in stile dannunziano, buio e strapieno di statue e decorazioni dipinte in colore oro scuro, rappresentanti i templi di Angkor. Bassorilievi con elefanti dalle lunghe zanne e guerrieri in armi completano il quadro, meritando un premio per la prossima fiera del kitch.

La nostra stanza è enorme. Una zanzariera avvolge il lettone e c’è un soffitto in paglia intrecciata; alcune statue fanno la guardia agli angoli del soffitto.

Il bagno e la doccia sono sollevati dal pavimento; sotto c’è un laghetto rettangolare, profondo 30 cm circa, con foglie e fiori galleggianti (anche pesci?), sovrastato da una passerella in acciaio, su cui si trovano doccia e lavabo, sormontata da un’enorme riproduzione di un tempio buddista, alta più di me. Il tutto, sempre all'interno alla stanza, peserà almeno un paio di tonnellate.

Anche le altre camere dei piani superiori reggono un peso simile, mentre il terrazzo sovrastante ospita una piscina con acqua che arriva a circa 3 metri di profondità. Non so quale folle architetto abbia progettato una struttura simile, una vera sfida alle leggi della Statica, ardita come il volo di un calabrone che ignora le leggi dell’aerodinamica. Posso però garantire che, almeno per due giorni di seguito, questo hotel, premio Nobel del cattivo gusto, non è crollato!

Forse per alleggerire il carico statico, l’hotel è privo di estintori e di uscite di sicurezza. Mi sembra una scelta saggia: l’unica sicurezza è esserne già usciti, preferibilmente vivi…

La camera doppia costava 20 euro a notte, compresa un’abbondante colazione che dava il suo piccolo contributo al peso sui pavimenti. È l’hotel più economico finora incontrato e, a suo modo, anche il più lussuoso. Misteri dell’economia asiatica…

La bruttezza delle riproduzioni dei templi, che rendono inquietante la stanza che ci ospita, non ha però nulla a che vedere con la bellezza dei vicini templi veri, eredità di una grande civiltà Khmer sconosciuta alla maggior parte di noi europei.

Immagino la sorpresa di un archeologo extragalattico che fra qualche millennio dovesse imbattersi in questo nostro terzo pianetino di una stella periferica alla spirale galattica che ha la pazienza di ospitarci. Quando metterà i piedi per terra (ammesso che il curioso extraterrestre abbia i piedi) resterà abbagliato dalla bellezza delle cose che vedrà nei nostri continenti. Capirà che sono tante meraviglie, costruite nei secoli da questo curioso essere che chiamiamo Sapiens Sapiens.
Quando poi il nostro bravo archeologo scoprirà che questi esseri passavano il 90% del loro tempo a farsi la guerra, probabilmente li classifichera’ come Coglions Coglions…


( 9 continua)  trovate qui le diverse puntate 1) Il museo della rivoluzione2) Le case verticali3) La lingua4) La guerra di Indocina5) Il popolo delle montagne - 6 I turisti e la lingua inglese7 Lo zio Ho8 Un salto in Cambogia

Info su Roberto Ceriani

Roberto Ceriani, classe 1950, laureato in Fisica, dopo molti anni di insegnamento ha vinto il 1° concorso per Dirigente Scolastico e quindi, dopo aver fatto questo nuovo lavoro per alcuni anni, è andato in pensione per raggiunti limiti di età. Interviene spesso su Facebook su problematiche riguardanti il mondo della scuola. “Autore di libri di Fisica per Licei e di numerosi testi di divulgazione informatica. Formatore di insegnanti in Lombardia e nelle regioni del Sud. Ha lavorato 9 anni all’IRRSAE-IRRE Lombardia dove si è occupato di Progetti Europei di formazione docenti e di analisi statistiche di dati internazionali sugli apprendimenti (Progetto OCSE-PISA). Attualmente, per conto dell’Invalsi, si occupa di valutazione delle scuole italiane e, per conto dell’USR Lombardia, è impegnato nelle attività di valutazione dei Dirigenti Scolastici”
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