Un mese in Vietnam – di Roberto Ceriani – 16 i vietnamiti e la fotografia

La cosa bella di Saigon è che, a differenza di Hanoi, qui non ci sono i piccoli marciapiedi occupati completamente dalle moto in sosta che ti obbligano a camminare in mezzo alla strada percorsa dalle moto contromano. Qui i marciapiedi sono larghi e abbastanza liberi, quindi le moto possono sfrecciare a 30-40 km all’ora… sui marciapiedi!

Le 6 donne scatenate del post di ieri (si veda la seconda parte dell'articolo)  sono solo un episodio con al centro la fotografia, ma anche in tante altre situazioni qui si vede che la fotografia ha un’importanza rilevante nelle relazioni fra le persone. Il fatto per noi un po’ strano che spesso ci chiedono di fare una foto con loro è solo un esempio di questa realtà.

E' facile vedere per strada gruppi di fotografi, con attrezzature anche professionali, occupati a scattare numerose foto a una coppia di ragazzi in atteggiamenti tipici delle foto da catalogo di abiti matrimoniali. I due modelli, sia il ragazzo sia la ragazza, sono truccati e vestiti in modo impeccabile. Vengono condotti in un ambiente adatto, noi diremmo la “location”, e lì inizia la serie degli scatti. Abbiamo visto scene simili in giro per le strade, in prossimità dei grandi magazzini dove vendono le firme italiane, all’interno di scavi archeologici…

La cosa che più colpisce è la frequenza con cui si vedono queste scene. Non è chiaro se si tratta di scuole di fotografia, di veri servizi fotografici per riviste di abbigliamento o di tentativi spontanei di costruirsi un book, sia per gli “sposi” sia per i fotografi, in modo da potersi poi vendere su un mercato professionale. La cosa chiara però è che questo mercato esiste, altrimenti non si spiegherebbero un tale impegno e una tale diffusione.

Oltre a questi esempi di fotografia semiprofessionale, colpisce anche la diffusissima abitudine di farsi fotografare fra amici. Non è solo il classico selfie o la normale immagine turistica accanto a qualche cosa di raro o di importante.

Qui è facilissimo anche vedere persone singole, di solito ragazze, che appena l’amico punta l’obiettivo assumono spontaneamente (?) pose corporee molto ben studiate (ma dove le studiano?). In un attimo la “modella” ruota il busto di tre quarti, allunga un braccio, piega il collo, si accarezza i capelli… insomma assume quelle pose tipiche da modelle professioniste che si vedono sulle riviste specializzate.

Si vedono anche coppie di ragazze, vestite elegantissime, che si scambiano i ruoli di fotografa e di modella. A turno scattano decine di foto l’una all’altra, cambiando il teleobiettivo a seconda dell’inquadratura. La fotografa, consapevole che fotografando dal basso si ottiene un effetto di allungamento del corpo della fotografata, solitamente pone la macchina fotografica quasi rasoterra, assumendo così posizioni corporee involontariamente ridicole.

Persino sulle rovine archeologiche si possono trovare ragazze estremamente eleganti, con scarpe dorate e tacchi a spillo, in posa per improbabili fotografi traballanti in bilico sulle rovine. L’effetto è tristemente ridicolo: già di solito qui le ragazze non sanno portare i tacchi (forse li porterei meglio io…), ma sulle rovine archeologiche anche Naomi Campbell camminerebbe come un tacchino azzoppato!

È un vero peccato, perché queste ragazze sono molto eleganti quando indossano i loro vestiti tradizionali: lunghi calzoni leggeri, spesso di seta, coperti da un abito di seta liscissima che cade fino ai piedi lungo i bei corpi snelli, lasciando ai lati due spacchi alti fino alla vita. Di solito sono abiti bianchissimi, ma se ne vedono anche di colori vivaci.

Questi bellissimi abiti che fasciano corpi eleganti si intonano benissimo con scarpe basse, spesso anche con semplici sandali. Purtroppo qualche ragazza cede a mode importate da fuori e completa questa eleganza naturale con pessime scarpe con il tacco o, ancor peggio, rinuncia ai bellissimi lunghi capelli neri e mostra volgari tentativi di tintura per capelli che proprio stonano con una raffinata eleganza insita nello stile a loro più naturale.

Ci sono poi vestiti da cerimonia (o da fotografia?) che a volte indossano queste strane modelle da strada. Di solito al nostro gusto appaiono piuttosto volgari, ma evidentemente a loro piacciono così.

È proprio curioso guardare come si fotografano fra loro i vietnamiti! Traspare un gusto per l’immagine molto sviluppato, ma in parte diverso dal nostro. L’impressione è che il rapporto fra eleganza e volgarità sia parzialmente rovesciato rispetto al nostro. Mi piacerebbe capire come loro giudicano l’immagine che noi mostriamo: che stia qui il motivo per cui ci chiedono spesso di fare foto con loro?


le signore del karaoke

Le sei donne sono scatenate. Cinque di loro sono giovani, fra i 18 e i 30 anni; una ne dimostra 40-45. Non sono del posto, ma sono vietnamite; forse sono cameriere a fine turno. Hanno voglia di divertirsi e hanno deciso di passare la serata al karaoke. Qui il karaoke sembra essere lo sport nazionale. Le insegne pubblicitarie che invitano dove c'è il karaoke sono seconde per numero solo a quelle per i massaggi (foot, neck, body).

Mentre camminano vocianti verso il karaoke le sei donne si imbattono casualmente in noi due, su un marciapiedi invaso da moto in sosta. Ci guardano incuriosite e a un certo punto la maggiore in età si fa coraggio: ci chiede di poter fare una fotografia insieme con loro. Nel frattempo le cinque più giovani ci hanno già circondati e sono in posa per una foto di gruppo scattata dalla ”capa” con il telefonino.

Fino qui nulla di strano: ci è capitato più volte che varie persone, in coppia o singoli, ragazzi o ragazze, ci chiedessero di scattare una foto con loro, solitamente col loro cellulare. Evidentemente per loro siamo tipi un po’ strani, forse siamo delle curiosità turistiche viventi… O forse c'è un motivo più profondo: qui hanno un rapporto con la fotografia e con l’immagine che a noi non è del tutto chiaro, ma certamente è diverso da quello che normalmente abbiamo noi. Su questa questione della foto penso che domani scriverò una piccola riflessione: sembra che sia un argomento più serio di quanto potrebbe apparire.

Tornando all’episodio delle sei donne, accetto di fare da modello vivente per la foto. A questo punto le sei scatenate non si tengono più. All’improvviso appaiono più di sei cellulari e si scatena una gara a chi fa più foto e video. Daniela viene gentilmente emarginata dalla scenografia e io resto l’oggetto di contorno di decine di foto scattate dalle sei donne, che non smettono un attimo di ridere, parlare fra loro a voce alta e lanciare gridolini di consenso alla scena che recito involontariamente.

A un certo punto la capa si spinge oltre e si fa fare una foto “privata” solo con me; un ritratto a due quasi compromettente… Accetto il gioco e ci mettiamo in posa, assumendo via via una postura sempre più seria; adesso siamo una coppia che passeggia sottobraccio! Il set fotografico si posiziona quasi professionalmente e noi due cambiamo la posa fino a sembrare una coppia al momento di dire SI al matrimonio (in verità forziamo un po’ la scena perché il gioco ormai è scoperto e anch’io mi diverto a recitare la parte).

Dopo gli scatti e i filmati “matrimoniali” sembra che le acque finalmente si siano acquietate e riprendo un po’ di fiato. Vedo Daniela un poco distante, divertita dalla scena, e decido di giocare la mia carta finale da “grande attore”: invece di salutare e andare via prendo in mano la mano della “capa” e mi lancio in un formale appassionato baciamano… La temperatura emotiva sale di nuovo: scoppiano risate e urla, riprendono in gran quantità foto e video. La scena ha avuto un grande successo e tutte si divertono di gusto!

È ora di salutarsi e lo facciamo con grande simpatia reciproca. Ritrovo Daniela poco distante e riprendiamo a passeggiare. Devo ammetterlo: mi sono divertito molto!

Vedo da lontano le sei donne che continuano a ridere, mentre si dirigono verso il loro obiettivo della serata. Non ho il coraggio di pensare a cosa accadrà stasera in quel locale di peccaminoso karaoke…


(16 continua)  trovate qui le diverse puntate 1) Il museo della rivoluzione2) Le case verticali3) La lingua4) La guerra di Indocina5) Il popolo delle montagne - 6 I turisti e la lingua inglese7 Lo zio Ho8 Un salto in Cambogia9) Hotel cambogiani – 10) Hue cibo di strada e sicurezza – 11) Hue la fotofobia  - 12) Hue la Cittadella – 13) L'autobus notturno verso Ha Lang e le fabbriche – 14) Hoi An e il sito archeologico di My Son 15) China Beach, un salto nel passato

Info su Roberto Ceriani

Roberto Ceriani, classe 1950, laureato in Fisica, dopo molti anni di insegnamento ha vinto il 1° concorso per Dirigente Scolastico e quindi, dopo aver fatto questo nuovo lavoro per alcuni anni, è andato in pensione per raggiunti limiti di età. Interviene spesso su Facebook su problematiche riguardanti il mondo della scuola. “Autore di libri di Fisica per Licei e di numerosi testi di divulgazione informatica. Formatore di insegnanti in Lombardia e nelle regioni del Sud. Ha lavorato 9 anni all’IRRSAE-IRRE Lombardia dove si è occupato di Progetti Europei di formazione docenti e di analisi statistiche di dati internazionali sugli apprendimenti (Progetto OCSE-PISA). Attualmente, per conto dell’Invalsi, si occupa di valutazione delle scuole italiane e, per conto dell’USR Lombardia, è impegnato nelle attività di valutazione dei Dirigenti Scolastici”
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