In partibus infidelium

Ovvero nelle terre dei non credenti. Da quando esiste Facebook ho sempre tenuto aperto un canale di comunicazione anche con chi presenta una concezione del mondo e della vita molto lontana dalla mia, a condizione che esista qualche elemento di condivisione su qualche aspetto della vita. Lo faccio perché ostinatamente penso che il confronto sia importante e perché sia importante conoscere il punto di vista di chi è lontano da me.

Nei giorni scorsi uno di questi amici ha pubblicato due post con fotografia su Ilaria Salis; le fotografie erano immagini delle sedute del processo e dunque Ilaria non era certamente in splendida forma.

La didascalia della prima diceva “aveva ragione il Lombroso” accompagnata da una citazione dell’Alighieri “lo viso mostra il color del core“e io ho fatto finta di nulla anche perché il viso di Ilaria nella foto aveva lo stesso colore della immagine di Dante.

Poco dopo è comparsa una seconda immagine, questa, con la frase “è passato il bruttaio” e quasi subito è apparso il primo commento “Oltre a esse un tegame ha proprio la faccia a psicopatica” a cui l’amico ha aggiunto delinquente.

Avendo conosciuto Ilaria in IV ginnasio e ricordandone la sensibilità ho aggiunto un commento “Ma un po’ di rispetto per le persone ti costa proprio tanta fatica?” ricevendo come risposta “quale rispetto?”.

Mi sono dispiaciuto per la mancanza di sensibilità, un po’ da broccione come si dice a Siena, e ho deciso di non replicare perché certe cose o si capiscono o è inutile spiegarle. Invece è accaduto l’inverosimile che mi fa pensare alle caratteristiche di questa parte di Italia davvero fascista e violenta da rimanere allibiti. Ed ecco una sintesi scegliendo fior da fiore:


Pier Francesco Boldrini: scusi rispetto per chi? Una che lascia la sua nazione per aggregarsi ad un gruppo che va in giro a pestare a sangue le persone. Io ho girato un bel po’ di mondo, ma non mi hanno mai richiamato all’ordine. Lo sa perché, perché sono andato sempre come ospite e poi come turista.

Luca Lenardon: a me costa tantissimo che:Quelle merde pidiote la vorrebbero candidare…ma tra merde si sa….Che viene trattata pari pari come i detenuti in Italia, tradotti con manette e catena in mano alla penitenziaria fino al tribunale, poi ” smanettati ” e messi in GABBIA ( ovviamente per certi reati), quindi cosa rompe i coglioni?Che prendesse lo stipendio qui, e poi va a fare la NAZICOMUNISTA in un paese straniero

Egle Maria Villa: quello che ha avuto lei in tutti questi anni?Ha trovato magistratura democratica che l’ha “perdonata”, ora ha trovato il giusto castigo….Preoccupante quello che in questi anni ha insegnato ai bambini

Sergio Claudio Maurizio: Il lupo perde il pelo ma non il vizio!A giudicare dalla “solidarietà” che questa criminale ha ricevuto dal “presidente di tutti gli italiani” , questi vogliono mettere in costituzione il loro vecchio motto degli anni 70 mai dimenticato:”UCCIDERE UN FASCISTA NON E’ REATO!”

Maurizio Cesari (autore del post): dopo il 68 la maggior parte dei professori italiani sono così,

Carlo Due Dolfi: Questa è l immagine di una delinquente italiana , perché tanto sá che uno stipendio da 12000 euro appena torna , grazie a quei sudici , non glielo leva nessuno !

Colonnello Ruggeri: Cazzoridi, che fra poco ti ficcano 15 anni!!!


Perché ho deciso di trattarne? Prima di tutto perché quanto accaduto mi ha riempito di angoscia, molta più angoscia che indignazione. E’ come se le viscere abbiano preso il posto del cervello; ed ecco lo sfogo, la violenza verbale, la certezza sulle imputazioni, il bisogno di vendetta, la mancanza di umanità, …

Questo mondo sommerso, lo stesso di molti fan del generale Vannacci, mi spaventa perché esprime odio e disprezzo per le istituzioni democratiche  in forme e con sentimenti che farebbero inorridire gli stessi dirigenti di Fratelli d’Italia.

Bisogna lavorare nelle famiglie e c’è tanto lavoro da fare nella scuola, in quella elementare e alle superiori dove bisogna educare alla cultura del lavoro, alla razionalità scientifica, all’amore per la storia …

 

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Informazioni su Claudio Cereda

nato a Villasanta (MB)il 8/10/1946 | Monza ITIS Hensemberger luglio 1965 diploma perito elettrotecnico | Milano - Università Studi luglio 1970 laurea in fisica | Sesto San Giovanni ITIS 1971 primo incarico di insegnamento | 1974/1976 Quotidiano dei Lavoratori | Roma - Ordine dei Giornalisti ottobre 1976 esame giornalista professionista | 1977-1987 docente matematica e fisica nei licei | 1982-1992 lavoro nel terziario avanzato (informatica per la P.A.) | 1992-2008 docente di matematica e fisica nei licei (classico e poi scientifico PNI) | Milano - USR 2004-2007 concorso a Dirigente Scolastico | Dal 2008 Dirigente Scolastico ITIS Hensemberger Monza | Dal 2011 Dirigente Scolastico ITS S. Bandini Siena | Dal 1° settembre 2012 in pensione | Da allora si occupa di ambiente e sentieristica a Monticiano e ... continua a scrivere
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6 risposte a In partibus infidelium

  1. Claudio Cereda scrive:

    Non la butto in filosofia ma, con atteggiamento pragmatico e da osservatore di quanto accade, non me la sento di dare la colpa di certe degenerazioni culturali, che spesso rasentano il poco umano, ai governanti più o meno guerrafondai.
    Non sono nemmeno tanto sicuro del fatto che sia sempre andata così.
    I social network hanno ingigantito il fenomeno e, detto per inciso, hanno fatto pensare (parola grossa) a degli analfabeti funzionali di avere il diritto di sparare nel mucchio, ma io temo che la situazione di smarrimento di elementi di base della civiltà umana sia cresciuto.
    Ai tempi delle “chiacchiere da bar” c’era un maggior pudore; per la serie qui mi conoscono. Ora si usano gli pseudonimi (come è accaduto anche in questo caso) e dunque i freni inibitori possono restare nel cassetto e si viaggia a briglia sciolta.
    C’è poi la componente di natura emulativa; se quello prima di me ha scritto che il padre di Ilaria è una merda, cosa posso scrivere per superarlo?
    Non sanno scrivere, spesso non hanno nemmeno il coraggio di metterci la faccia e però si ergono a giudici di Cassazione.

  2. Furio Petrossi scrive:

    Giovanni Maria Cominelli Buttiamola sul sarcasmo. Il povero Kiril stava solo cantando una famosa canzone partigiana “La guerra sacra” Свящèнная войнà – Svjaščènnaja Vojnà – “Sorgi, o terra immensa, Sorgi all’ultima battaglia! Contro l’oscura forza fascista, Contro l’orda maledetta. / Possa nobile la tua ira Correre come onda! È la guerra del popolo, È la guerra tua sacra!”
    Fuori dal sarcasmo, l’ideologia federale russa è un mix di storia, religione, miti come nei quadri di Il’ja Sergeevič Glazunov

  3. Giovanni Cominelli scrive:

    Sì, FB è proprio una cloaca morale, intrisa di odio e di violenza. Sentimenti e emozioni non nuovi, si intende, ma che la Rete riesce a universalizzare. Che angoscia. Chi ha detto che le guerre le vogliono i dittatori. Nascono da questo fondo di violenza e di barbarie.

    • Ennio Abate scrive:

      Questi umori assassini sono sempre presenti. Perché scandalizzarsi? Rileggiamoci il carteggio Freud- Einstein. Il pesce puzza dalla testa. Queti umori vengono alla ribalta oggi con più violenza non solo perché ci sono i social, che li registrano e rilanciano, ma perché i governi appoggiano la guerra, hanno dato il là e anzi invitano ancora a preparci ad una economia di guerra.

      • Giovanni Cominelli scrive:

        Ennio Abate Sembra che tu sia d’accordo con Rousseau: l’ uomo in natura è buono, la società lo trasforma in una belva. Invece , è esattamente il contrario: nasciamo animali e tentiamo di umanizzarci, mettendo sotto controllo gli istinti. Quando non si riesce, nella società buttiamo il peggio di noi stessi. Si trova sempre qualcuno che investe politicamente su questo peggio. I governi che fanno le guerre non vengono dall’ iperuranio, sono alimentati e legittimati dall’ accumulazione originaria del peggio. Putin ha avuto più dell’ 80% dei voti. Molti voti sono estorti, obbligati. Ma la maggioranza è spontanea. Putin ha aggredito l’ Ucraina. Kirill, che controlla molte coscienze, l’ ha rilanciata come guerra santa. Ma la base reale è il consenso reale che hanno. Conclusione, caro Ennio: non è vero che il popolo è buono e i politici e i governi sono cattivi. Sono cattivi, sì, perché il popolo è democraticamente cattivo. I credenti parlano di peccato originale. I non credenti: è che siamo animali, poco sapientes. Diventare sapiens è sempre un’ impresa.

        • Ennio Abate scrive:

          Che c’entra Rousseau, se ti ho citato il carteggio Freud-Einstein? Non menare il can per l’aia buttandola sul filosofico per tacere sulla politica dell’UE e del PD.

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