tornare ai fondamentali

Già visto. E' dalla crisi-fallimento della seconda repubblica che nei momenti di crisi istituzionale si sveglia qualcuno e dice che siamo in una sitruazione di emergenza, che bisogna unire le forze responsabili, che prima di votare bisogna mettere in sicurezza i conti e via di questo passo: Monti, Letta, Gentiloni, Di Maio-Salvini.

Sulla questione dell'aumento dell'IVA ci hanno preso in giro con i rinvii delle clausole di salvaguardia: lo hanno fatto in piccolo Renzi-Gentiloni e poi molto più in grande Tria-DiMaio-Salvini. Io sono perché si chieda il conto: Salvini vuole arrivare ad abrogare la legge Fornero e introdurre la flat-tax: due argomenti molto cool che richiederebbero molte decine di miliardi di euro buoni (non quelli del monopoli). Ha scelto di andare alle elezioni perché non sapeva che tipo di manovra di bilancio fare e Renzi (e un po' Di Maio) propongono di farla in alternativa a Salvini e poi votare? No, bisogna inchiodarlo alle sue responsabilità.

Metto in fila un po' di questioni:

  • la manovra da fare richiede scelte di legislatura e non il governo di chi ci sta e la manovra la deve fare chi vincerà le elezioni
  • Di Maio insieme a Salvini, uno con il reddito di cittadinanza e l'altro con quota 100, hanno fatto peggiorare la situazione e nessuno dei due può essere alleato nemmeno per l'emergenza
  • Berlusconi è diventato il fantasma di se stesso e continua a balbettare di centro destra unito, ma che alleato potrebbe essere?
  • Di Maio è favorevole al rinvio per far passare quella emerita boiata che è il taglio lineare dei parlamentari che non affronta il tema del bicameralismo e si limita ad attaccare in forma pratica il legame tra eletti e territorio, distruggendolo
  • L'Italia non è riuscita ad indicare un nome come commissario europeo

La politica del rinvio, il governo di emergenza servono solo ad affilare i denti di Salvini e ad aumentare la marea di consenso costruita sullo slogan "vogliamo il consenso per fare le cose concrete che non ci hanno lasciato fare …".

Scrivevo nel titolo che occorre tornare ai fondamentali e in  questi casi io torno agli scritti di Popper: la caratteristica princiale della democrazia si incarna nella capacità di governare con il consenso e quando tale capacità non c'è si torna al voto. Non è detto che il consenso vada al migliore e neanche a chi ha ragione, ma quel consenso serve a metterne alla prova la proposta e crea le condizioni per cui chi perde potrà vincere la prossima volta (senza giochini e senza scorciatoie).

Allora ci si prepari alla sfida; se Renzi pensa che occorre una cosa in più e diversa rispetto al PD (e io la penso così) abbia il coraggio di dirlo e lavori per mettere insieme le personalità che servono e, insieme alle personalità, i programmi. Vi proponiamo di metterci in condizione di governare per fare …. E' da dopo la sconfitta al referendum che sul versante del centro sinistra non arriva una proposta di medio lungo periodo e la proposta non può essere quella che si incarna nello slogan "Se Salvini dice A, noi diciamo non A"; non si vince contro, si vince per.

Nei mesi passati venivo regolarmente attaccato da amici renziani perché sostenendo che i 5 stelle avevano il dovere di provarci risultavo non essere abbastanza anti Di Maio. Poi c'è stata la querelle sul fatto che Zingaretti e Franceschini si preparavano sotto sotto a fare l'accordo immorale e invece i renziani, come un sol uomo scrivevano #senzadime. E intanto Salvini cresceva, metteva la fiducia sui suoi decreti acchiappavoti e la toglieva tre giorni dopo. Tutto ciò ha trasformato Di Maio in un possibile partner? Si sono invertite le parti?

Per favore lasciate perdere i ricamini sulle opportunità e ritornate a pensare in grande.

 

Info su Claudio Cereda

nato a Villasanta (MB)il 8/10/1946 | Monza ITIS Hensemberger luglio 1965 diploma perito elettrotecnico | Milano - Università Studi luglio 1970 laurea in fisica | Sesto San Giovanni ITIS 1971 primo incarico di insegnamento | 1974/1976 Quotidiano dei Lavoratori | Roma - Ordine dei Giornalisti ottobre 1976 esame giornalista professionista | 1977-1987 docente matematica e fisica nei licei | 1982-1992 lavoro nel terziario avanzato (informatica per la P.A.) | 1992-2008 docente di matematica e fisica nei licei (classico e poi scientifico PNI) | Milano - USR 2004-2007 concorso a Dirigente Scolastico | Dal 2008 Dirigente Scolastico ITIS Hensemberger Monza | Dal 2011 Dirigente Scolastico ITS S. Bandini Siena | Dal 1° settembre 2012 in pensione | Da allora si occupa di ambiente e sentieristica a Monticiano e ... continua a scrivere
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5 risposte a tornare ai fondamentali

  1. Giuseppe Alberti scrive:

    Caro Claudio,
    sempre sul tema della chat ("torniamo ai fondamentali") ti propongo la seguente equazione:
    U = R – (Clav+AC)
    dove: U : utile di impresa; R : ricavi; Clav : costo del lavoro; AC: altri costi
    questa equazione e' la base del Conto Economico di Bilancio che ogni impresa (piccola , grande, start up nella Silicon Valley o in Val Brembana) produce ogni anno nel documento di bilancio. In altri termini e' sempre valida dai tempi della rivoluzione industriale fino a tuttora.
    Si vede  bene che la U e' inversamente proporzionale a Clav. E quindi….
    Hic sunt leones.
    Ciao
     

    • Claudio Cereda scrive:

      un po’ sempliciotta visto che i ricavi e il costo del lavoro non sono due variabili indipendenti. Inoltre la relazione tra U e Clav nella tua relazione non è una proporzionalità inversa ma di tipi lineare a coefficiente angolare negativo.

      • Giuseppe Alberti scrive:

        Bene sulla proporzionalita' , diciamo meglio che  la relazione tra U e Clav e' proporzionale decrescente, ma tu  hai certamente capito bene cosa volevo dire: Clav e Utile sono in controtendenza a costanza degli altri fattori.
        Se produco e vendo 100 frigoriferi al mese al prezzo fissato dal mercato concorrenziale in cui sono presente, ogni aumento di stipendio mi ridurra' l'utile che realizzavo prima dell'aumento stesso.
        Questo fatto banale (sia pur semplificato e mediato) ci dice che tra capitale e lavoro ancora oggi sussiste una differenza di interessi. Tema che – volendo contribuire a dar vita ad una nuova forza politica come mi pare tu auspichi in questo articolo- forse va riproposto tra i fondamenti teorici della nuova "cosa".
         
         

  2. Giuseppe Alberti scrive:

    Caro Claudio,
    ho visto casualmente visitando il sito (bei ricordi) del MS Scienze il tuo post di oggi .
    Ma sei diventato renziano? Ohibo' non me lo sarei aspettatto da uno della vecchia guardia lombardiana.
    Torniamo pure ai fondamentali: diciamo -per esempio-  viva lo Statuto dei Diritti dei Lavoratori (legge promossa sotto il ministro Brodolini e abolita di fatto  dal governo Renzi). O no?
    Un abbraccio
    beppe
     
     

    • Claudio Cereda scrive:

      prima ho fatto tutto l’iter riformista con i socialisti e poi è arrivato Renzi … ma quello che sta facendo ora, proprio no

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