Villasanta Capo Nord – il diario – luglio 1997

Come è nata l'idea di andare a Capo Nord

Le tappe

  • [1 Villasanta Milano Singen per il Gottardo km 404
  • [2] Singen Ebergotzen km 598
  • [3] Duderstadt Lubecca km 568 e traghetto notturno per la Svezia
  • [4] Trollerborg Trosa km 615 per Vadstena
  • [5] Trosa Harnosand km 507 per Stoccolma
  • [6] Harnosand Haparanda km 642 (confine Svezia-Finlandia)
  • [7] Haparanda Inari km 643 per Rovaniemi (la Lapponia finlandese)
  • [8] Inari Nordkapp km 441 sosta a Repvik
  • [9] Repvik Oldeldalen pel Alta km 590
  • [10] Oldeldalen Ose km 305 visita a Tromso – 2 traghetti
  • [11] Ose Ramberg km 449 Lofoten – 1 traghetto
  • [12] Romberg Jektvig km 250 traghetto (4 h) per Bodo e 3 traghetti
  • [13] Jektvik Steinkijer km 480 per Mo i Rana
  • [14] Steinkijer Lom (roulotte) km 440 (per Trondheim)
  • [15] Lom Leira km 330 (passo alpino e traghetto)
  • [16] Leira Oslo km 180 (visita alla città)
  • [17] Oslo Copenaghen visita Oslo e traghetto 16 h
  • [18] Copenaghen Schwerin km 339 visita città e traghetto Germania
  • [19] Schwerin Berlino km 190
  • [20] Berlino (visita) km 20
  • [21] Berlino Memmingen (visita) km 675
  • [22] Memmingen Milano Villasanta km 420 (per Lindau e Coira)

Foto

Le foto sono almeno un centinaio e le ho pubblicate man mano come album su Facebook dopo averle rese visibili a tutti. Qui trovate i link.


Tappe dalla 1 alla 8: da Villasanta a Capo Nord

Tappe dalla 9 alla 12: da Caponord alle Lofoten

Tappe dalla 13 alla 17: dalle Lofoten a Copenaghen

Tappe dalla 18 alla 22: da Schwerin, Berlino, Memmingen a Villasanta


Diario di viaggio

domenica 6 luglio: Villasanta Milano Singen per il Gottardo km 404

Da Villasanta vado a Milano per l'appuntamento con gli altri. Partenza da Milano ore 10:19 con il Gildo (un po' invidioso) che ci accompagna sino a Como.

In autostrada verso Como incrociamo una coppia in moto Guzzi con il cane sul serbatoio in una cesta (molto simpatici).

Tempo bello. Tappa al distributore di Chiasso per fare benzina e poi via verso il Gottardo.

Sosta subito prima del tunnel, il tempo sta peggiorando. Dopo il Gottardo prima pioggia; il tempo al di là delle Alpi, è diverso e fa freddo. Si sfiora Zurigo e poi via verso il confine.

Prima di Sciaffusa sosta fuori autostrada a vedere le cascate del Reno.

Si cerca il dormire a Sciaffusa ma i prezzi sono alti e si va in Germania.

Controllo scrupoloso da parte dei doganieri tedeschi (devo essere un po' sospetto) e poi via verso Singen in autostrada.

Al primo cartello si esce e finiamo in un posto con fortunosa cena con un piatto caldo.

Ho pagato io con la Visa 173.60 DM.

lunedì 7 luglio: Singen Ebergotzen km 598

Partenza da Singen in tarda mattinata e via in autostrada fino a Stoccarda.

Il tempo è piovoso.

Facciamo la esperienza del mettere i copri scarpa di Checco (sotto un ponte) e prima di Stoccarda faccio fuori i copriscarpe artiginali che mi ero fatto fare dalla signora Francesca. Bisogna pensare ad una soluzione più solida sulla suola.

A Stoccarda si scopre che in Germania c'è solo la benzina verde. Mi vendono un additivo micidiale che sembrerebbe fatto per proteggere le valvole.

Di certo scioglie la vernice del serbatoio e puzza. La spia della riserva fa le bizze dopo l'uso di tale additivo.

A Stoccarda, probabilmente, abbiamo sbagliato uno svincolo perché l'attraversamento risulta faticoso.

In corrispondenza del distributore Checco parte prima e sbaglia uno svincolo; rimane dietro ma io non lo so.

Viaggio da solo fino alla prima stazione di servizio; prima veloce e poi lentissimo; mille patemi sul che fare. Abbiamo un solo cellulare e ce l'ha lui.

Non avevamo preso accordi. Mi fermo alla stazione e alla fine lui arriva. Accordi per il futuro (telefonino, soste, … ) e poi via.

Si segue la E41 sino a Wiurzburg e poi la E45 sino a Kassel.

Mentre andiamo in autostrada mi vola via il fianchetto copribatteria; riesco a recuperarlo fortunosamente, ma dopo un paio di chilometri salta via ancora e viene centrato da una macchina. Addio.

Lego la bandana come sicurezza per la batteria.

Quanto è lunga la Germania. Dopo Kassel si arriva a Gottinga.

Checco ha progetti naturalistici basati sul verde della sua cartina. Facciamo dei giri strani compresa una strada di tipo brianzolo nei boschi e alla fine arriviamo a Ebergotzen a quella che, al momento sembra l'unica gasthouse.

Ci accoglie la mitica sassone, una giovane grossa che sembra uscita da un film su Robin Hood; ceniamo con un gigantesco piatto per due (che normalmente basterebbe per 4) a base di carni alla griglia, salse varie e tanta verdura (per esempio un cavolfiore intero).

Moto al riparo. Dopo cena carnminatina rilassante in paese.

martedì 8 luglio: Duderstadt Lubecca km 568 e traghetto notturno per la Svezia

Partenza da Ebergotzen in mattinata lungo strade statali sino a Goslar antica capitale del sacro romano Impero.

La città ha un centro moderno pedonalizzata con a fianco il centro storico. Bella la chiesa e il comune con statue. Compero un dizionario tascabile di tedesco e nel pomeriggio si riparte.

Dapprima si fa un po' di autostrada e poi una lunghissima statale tra i boschi (numero 4 che diventa poi 209). Si sfiora Amburgo.

Lungo le foreste ci sono delle discretissime signorine (con camper Wolksvagen per consumazione sul posto). Sfiorata Amburgo si continua lungo la 209 e 207 sino a Lubecca.

Agricoltura, maiali liberi, sembra quasi un paese socialista, ma l'ex confine è un po' più spostato verso est.

Verso le 17.30 arriviamo a Lubecca. Grande parco intorno alla città e imponente portale. Bella.

Ci sembra poco brillante l'idea di andare verso Putgarden per traghettare in Danimarca (sareebbero altri 100 km e sono armai le 19).

Su brillante proposta di Checco decidiamo di andare a Travemunde (porto di Lubecca); lì si scopre un bel traghetto che parte alle 22 e va a Trelleborg (vicino a Malmo in Svezia).

Pago io con la Visa e sono 396 DM. A bordo ci attende una imponente cena a self service con· abbuffata a volontà. Abbiamo mangiato di tutto. La prima colazione è inclusa. Si arriva alle 7 del mattino e, tanto per cambiare, piove.

Mercoledì 9 luglio: Trollerborg Trosa km 615 per Vadstena

Partenza da Trellerborg sotto l'acqua. Ci fermiamo fuori dal porto a bardarci e non siamo proprio felici.

Si prende l'autostrada verso Stoccolma (Malmo, Helsingborg, Varnamo, Jonkoping).

Si va avanti sui 90 km/h sotto l'acqua; man mano il tempo migliora e sulI'asciutto si tengono i 110 (limite di velocità svedese).

A Jonkoping inizia il grande lago Vattern e a metà di esso lasciamo la E4, che ci porterà poi sin quasi a Caponord, per andare a vedere Vadstena.

È iniziata la Svezia poco abitata. Il paesaggio è variabile. I fiumi sono neri. Quando c'è campagna le case sono molto diradate.

Vadstena ha una sola grande cattedrale con cimitero sul davanti. Dopo una ·passeggiatina in città si riparte e si riprende la E4 poco prima di Linkoping.

Una altro centinaio di km e si esce per andare a dormire a Trosa, su mia infausta proposta.

Sono stanco e non credo sia opportuno avvicinarsi troppo a Stoccolma. L'unico Hotel spara 1000 corone e ci consiglia un bed and breakfast più economico.

Non è così. Il prezzo è sempre quello ma accettiamo perché la sistemazione è gradevole (insieme di villettine recintate) e siamo troppo stanchi.

Padrone figlio di mignotta con aria da film di Bergmann. La suite è bella, anche se un po' da culi, con tendine, festoni ed oggettini dappertutto.

Si cena in una pizzeria italiana e poi si passeggia; porticciolo con molte barche da signori Secondo il padrone di casa le previsioni danno al bello. Vedremo.

Giovedì 10 luglio: Trosa Harnosand km 507 per Stoccolma

In attesa della colazione piego il telo e commetto l'errore di agganciare per prima la borsa di destra; la moto si inclina e rischia di cadere; la tengo su in qualche modo e grido per chiamare Checco che arriva in tempo ( meno male).

Colazione abbondante; si caricano le borse e Checco rompe uno degli agganci delle sue laterali. Ci si ferma al distributore e si compra un set di cinghie definitivo (ci vorranno alcuni giorni per trovare la legatura ottimale, ma la soluzione trovata è abbastanza sicura).

Al distributore un anziano si avvicina alla Guzzi e tira fuori le foto di tutte le sue moto, tra cui un Falcone II serie.

Si parte per Stoccolma verso le 12; visita mordi e fuggi e acquisto delle corone da parte di Checco, poi via in autostrada.

C'è il limite dei 120 e viaggiamo a quel ritmo ma anche i camion lo tengono e in qualche punto è meglio lasciarsi superare.

Tra Uppsala e Gavle l'autostrada è piena di cadaveri (volpi, procioni, scoiattoli, … ).

Foreste fin quasi al mare, una cittadina ogni 100 km che corrisponde al capoluogo di regione.

Pranzo volante con hamburger.

Ci fermiamo verso sera ad un camping prima di Harnosand e facciamo la prima esperienza del bungalow dei campeggi scandinavi.

C'è il ristorante interno e il prezzo è sulle 300 corone.

In campeggio c'è un finlandese con una Nevada e due harleysti con delle moto improponibili (sella a 40 cm da terra che andrebbe bene anche per Bruna).

Venerdì 11 luglio: Harnosand Haparanda km 642 (confine Svezia-Finlandia)

La giornata è bella e si parte con l'idea di arrivare sino al confine (Haparanda).

Il tempo tiene e si passa tutto il giorno in moto con sosta ad un Mc Donald a Skelleftea.

Il panorama è quello solito ma non si riesce a renderlo fotograficamente senza un grandangolo: fiumi, boschi e a destra il mare con il grande golfo di Botnia.

Lungo la strada incontriamo un alce e un gruppo di italiani già visti nella prima tappa svedese (2 maschi emiliani con una custom Suzuki ed una Aprilia, un ragazzo e una ragazza friulani molto giovani con una Pegaso 650 e un Monster Ducati).

Vanno più forte di noi ma hanno avuto un incidente e sono rimasti indietro; ci ritroveremo a Capo Nord. La ragazza di Udine dice che Checco sembra Sean Connery e ciò lo ringalluzzisce.

Durante il percorso incontriamo anche un corteo circense con cammelli ed elefanti.

La sera siamo un po' stravolti; Checco, la mattina parte tardi e poi non vuole mai fermarsi mentre io sono per abitudini opposte.

L'ufficio turistico ci indica il camping, solito bungalow con obbligo di tessera della associazione scandinava dei campeggi che dobbiamo fare e che non ci servirà più.

Si va a cena in paese e si mangia salmone crudo (era poco, peccato). La sera si va a fotografare il primo cartello che indica Capo Nord.

Inizia la guerra alle zanzare, ma il bello verrà in Lapponia.

Sabato 12 luglio: Haparanda Inari km 643 per Rovaniemi (la Lapponia finlandese)

Da Haparanda a Inari nella Lapponia finlandese. Appena passato il confine ci fermiamo per acquistare i marka finlandesi (alla fine useremo la Visa) e per visitare un mercatino lì vicino.

Si passa il circolo polare a Rovaniemi, la patria di Babbo Natale: baillame di pullman al punto di non riuscire a fare neanche la foto; poi via in un ambiente pieno di dune con grandi rettilinei in mezzo a foreste di abeti.

Riesco a fare un paio di foto on the road. Si fotografano le prime renne.

Ci facciamo anche dieci km di' faticoso sterrato e alla fine arriviamo al lago Inari, il lago sacro dei Lapponi.

Checco propone una sosta per acquisti in un grande negozio (già notato) di souvenir a basso costo. Molto belli gli articoli in pelle di renne.

Facciamo la foto con il ragazzo con pelle dell'orso.

Assalto di zanzare mentre si scrivono le cartoline. Restiamo fermi per oltre l ora e poiché sono le 18.30 si decide di fermarsi ad Inari.

Arriviamo al camping, bellissimo, con bungalow in pino con bagno interno e ristorante.

Si possono lavare i jeans. Primo acquisto: il raid che le ammazza stecchite.

Nel camping c'è anche un pullman tedesco con un rimorchio fatto a loculi come i colombari dei cimiteri,  in cui i passeggeri tedeschi vanno a dormire; la cosa impressiona molto Checco che osserva che il nazismo poteva nascere solo dalla Germania.

Le zanzare sono una cosa allucinante, bisogna comprare il raid, mettere il repellente e, anche così, ti assaltano come metti il naso fuori dal bungalow.

Domenica 13 luglio:  Inari Nordkapp km 441 sosta a Repvik 2 traghetti

Da Inari a Capo Nord con campeggio a Repvag, 15 km prima del traghetto per Honningsvag: la città dell'isola su cui c'è Capo Nord.

Si comprano i regali per Bruna e Daniela in un laboratorio artigiano di argenteria; roba bella, di stile lappone, ma molto cara.

L'ultimo tratto di Finlandia è uguale al precedente, ma arrivati a Karigasniemi il paesaggio cambia.

Il confine è segnato da un grande fiume e, al di là di esso, cambiano sia la orografia, sia il paesaggio.

Continuiamo sulla E6 da Karasjok al fiordo di capo nord che ci accoglie con un intenso odore di salsedine e gli effetti molto forti di marea.

La strada diventa una stretta costiera piena di camper e pulman, molto trafficata, con gli autisti dei pullman turistici che la fanno tutti i giorni che guidano in modo allucinante.

Andiamo avanti lentamente cercando di gustare il panorama che si fa via via più aspro.

Fotografo un paio di renne sul mare. Le insenature del fiordo sono bellissime. L'ambiente è quello alpino di alta montagna con torrenti che arrivano a mare dalle cimette innevate vicine.

È pieno di gabbiani che si appostano sulle alture a fianco alla strada.

Sosta per la benzina al bivio di Russenes, dove comincerà domani il ritorno, e poi via fino a dopo Repvag (piccolo promontorio sul fiordo).

Ci fermiamo ad un campeggio molto spartano, lasciamo giù le valigie e via verso il traghetto (ansia da capo nord).

Al traghetto arrivano due marcantoni cecoslovacchi con due California Guzzi (le riconosco in lontananza dal rumore caratteristico). Sono saliti dalla Norvegia e scenderanno dalla Svezia.

Si fa qualche foto, sul traghetto c'è anche una vecchina lappone con il costume caratteristico.

Arriviamo ad Honnigsvag e iniziamo a salire verso capo nord. La strada è molto simile a quella alta dello Stelvio, ma la quota è quella del mare con 400 m di dislivello in tutto.

Incontriamo di nuovo il gruppo di quattro italiani che stanno scendendo a mangiare in città. Hanno fatto la tirata unica arrivando di notte il giorno prima.

Finalmente Capo Nord. Grande piazzale sterrato e un edificio interrato con i servizi.

Telefonate verso le 19.30 e incazzatura con Bruna che mi prende in giro (adesso sei più grande, sei più bello, … ), robe da chiodi.

Ci guardiamo il film con sala avvolgente ed effetti sonori legati ai diversi schermi, facciamo qualche giretto e poi torniamo ad Honningsvag dopo le fotografie rituali dal Capo.

Il mare visto dal promontorio è affascinante, con gli strepiti degli uccelli e gli odori che salgono dal basso.

Non ce la sentiamo di fare la notte a capo nord,.,abbiamo già pagato il nostro camping e c'è un po' di ansia per il traghetto.

Arriviamo verso le 21.30 dopo aver perso il precedente e attendiamo l'ultimo traghetto delle 22.30.

Si mangia un hot dog in città e poi ci si imbarca.

Arrivati al camping scendiamo dalla scogliera al mare per gustare odori e rumori.

Le foto sono di mezzanotte e mezza e sembrano le sei del pomeriggio. L'ambiente è molto severo e siamo stanchi. Meglio dormire.

Lunedì 14 luglio: Repvag Oldeldalen per Alta km 590

Da Repvag a Olderdalen nel fiordo a nord di Tromso. Tiriamo mezzogiorno tra cazzeggiamenti vari e la abbondantissima colazione nel motel di Repvag: 50 corone a testa per aringhe, formaggio, arrosti, salmone, yogourt con muesli, marmellate, frutta, …

Rivediamo con il sole del mattino il fiordo di capo nord e alla uscita di una lunga galleria troviamo un gruppo di 6 renne che vuole attraversare il tunnel; per fortuna siamo già passati. Per chi arriva in macchina adesso saranno problemi.

A Russenes si rifa benzina e si riprende la E6 con un noioso traversone verso Alta che attraversa il promontorio di capo nord e Hammerfest. Decidiamo di non andare ad Hammerfest, la città più a nord dove c'è la fabbrica della Findus.

Ci fermiamo ad Alta per tentare di cambiare (senza successo). Sono passate le 15.30 e le banche sono chiuse.

Adesso si segue la costa. Montagne sulla sinistra e mare sulla destra. Il tempo è bello e si va (ai ritmi della Norvegia, cioè piano). Viene sera e ci fermiamo a una casa con bandiera norvegese dalle parti di Djupvik.

Non fanno dormire e ci indicano un camping più avanti. Checco dopo aver chiaccherato con il padrone di casa, cade in fase di saluto nella manovra di inversione e rompe il poggiapiedi di sinistra quello del piede che comanda il pedale del cambio.

Arriviamo al camping, che costa solo 200 corone, ma non è in grado di darci da mangiare (siamo·praticamente digiuni dal mattino).

Il gestore è gentile e telefona ad Olderdalen dove c'è un motel e un ristorante (si fa per dire). Durante la strada, per complicare le cose (Checco non può appoggiare il piede destro), piove e ce la becchiamo per una ventina di km.

Finalmente arriviamo e ci prendiamo una camera con doccia. Il ristorante fa solo hamburger con patatine. Meglio di niente. Dopo cena sopralluogo alla moto; si ipotizza di sostituire il pedalino con il posteriore. In caso di incompatibilità negli attacchi farò una staffa con del filo di ferro.

Martedì 15 luglio: da Olderdalen a Ose in cima al fiordo di Narvik – km 305 visita a Tromso – 2 traghetti

Riparata la moto di Checco; il poggiapiedi posteriore è un po' più piccolo ma da il suo dovere  consentendo di fare da fulcro per azionare il cambio.
Fatte un po' di fotografie alle montagne che sembrano quasi quelle della ValMalenco con i ghiacciai in quelle sopra i 2000 m.

Doppio traghetto per arrivare rapidamente a Tromso. La città è molto moderna e incredibilmente confortevole tenuto conto che siamo a diverse centinaia di km a nord del circolo polare artico. Inutile ricerca della statua di Amundsen.

Presa la maglietta dei Troll e poi scelto un ristorante per mangiare il pesce. Botta da 300 NK a testa per dei filetti di Halibut.

Si riparte e si va verso Narvik (base navale nazista durante la II guerra mondiale) attraversando zone di montagna molto belle chiaramente usate per lo sci.

Ci si ferma prima del bivio tra E6 ed E10 in ambiente alpino, bellissimo lago e camping con ristorante.

Cottage ad 8 letti con servizio in ambiente ancora con neve. Ambiente molto bello per escursioni. Ha cenato solo Checco e io mi sono nutrito di frutta.

C'è attesa per la tappa delle Lofoten.

Mercoledì 16 luglio:  Ose Ramberg km 449 Lofoten – 1 traghetto

Da Ose a Ramberg nelle Lofoten.

Prima lunga traversata delle Vesteralen con ponte di accesso alle Lofoten e anche l traghetto.

Le Lofoten sono montagne di granito in mezzo al mare con ghiacciai, fiordi, spiagge. L'ambiente è molto aspro e meriterebbero un giro invece di un attraversamento.

Siamo andati a cercare da dormire in un fiordo laterale molto bello e isolato con le case dei pescatori trasformate in cottage.

Troppo bello (e caro) per noi, abbiamo fatto le foto e proseguito.

Il camping successivo in cui avevamo preventivato di fermarci era pieno. Ne abbiamo cercato un altro in un posto isolato e fuori dalla strada principale: molto selvaggio ma senza bungalow a Ramberg.

Alla fine siamo approdati dalla madre del gestore del camping.

Galoppata di un'ora in moto fin quasi a Reine per mangiare male in un ristorante che, dopo le 21 si trasforma in ambiente con musica.

Pensavo di mangiare pesce e mi sono ritrovato un piatto di gamberi, cozze e crostacei vari.

Clima teso da stanchezza con conseguente litigata.

Vista Reine che non ha nulla se non l'ambiente circostante e ritornati a Romberg a mezzanotte.

Giovedì 17 luglio: Romberg Jektvig km 250 traghetto (4 h) per Bodo e 3 traghetti

Da Ramberg a Jektivig. Si parte dopo una colazione offerta dai compagni di casa (una coppia di danesi) e si va a Moskenes per l'imbarco verso Bodo.

Acquisto a Moskenes del sapone da bucato alla citronella. Il bucato riguarda mutande e maglietta della salute. La roba lavata viene poi fissata alla valigia posteriore con elastici e, mentre si viaggia, si asciuga perfettamente.

Traghetto di 4 ore con sole, pranzo, e cazzeggiamenti a bordo.

Dopo Bodo si decide di fare un tratto di costiera. L'ambiente è molto bello ma si perde un sacco di tempo per traghetti non sincronizzati oltre che per strada disagevole.

Passato un freddissimo tunnel di 7 km non illuminato. Si procedeva con grande cautela. Fiordi e ghiacciai sino a mare.

Al primo traghetto Checco ha comperato i gamberetti freschi da un peschereccio; sbafati in attesa del traghetto. Durante la n traversata si attraversa il circolo polare.

Dopo il traghetto siamo arrivati all'unico camping ma non c'era posto in bungalow. Per fortuna abbiamo trovato da dormire in un bungalow annesso ad una fattoria.

Piccolo cottage sul mare con quantità enorme di uccelli marini e di palude (vedi fotografie). Una starna ha fatto il suo verso tutta la sera e la notte.

Ottima cena con baccalà in campeggio e altrettanto buona colazione. Dal punto di vista strettamente naturalistico era il posto più interessante e meriterebbe una vacanza di pesca e contatto con la natura.

Venerdì 18 luglio: Jektvik Steinkijer km 480 per Mo i Rana

Da Jektvik si fa un primo tratto in traghetto in un braccio laterale del fiordo sino a Kilboghavn.

Inizia poi una tappa di trasferimento con moto in riserva subito dopo la partenza.

Si arriva ad un distributore automatico che sembra disattivato e comunque non ha la super. Andiamo oltre contando sui centri segnati sulla cartina. I centri abitati esistono, ma si tratta di agglomerati di villini e seconde case, nessuno ha il distributore e comunque non c'è in giro nessuno.

Sono rimasto a secco verso le 12 dalle parti di Utskarpen a circa 20 km da Mo i Rana e Checco è andato avanti a prendere una tanica di benzina mentre io aspettavo sperando in bene. Per fortuna, anche questa è andata nonostante ormai anche la sua moto fosse in riserva.

Si arriva a Mo e poi lunga tappa di trasferimento (sulla E6) sino a Steinkjer che si trova in cima al fiordo di Trondheim in un ambiente con a monte un grande lago, lo Snåsavatnet, ricco di salmoni e che, sostanzialmente è una prosecuzione del fiordo.

Il campeggio è un po' squallidino e il ristorante interno offre solo hamburger. Vado a fare la spesa al . supermercato con cena fredda in bungalow.

Sabato 19 luglio: Steinkijer Lom (roulotte) km 440 (visita a Trondheim)

Al mattino si tira la catena di Checco che appare in brutto stato (molto lenta e con regolazione quasi al limite).  Lascio un po' di margine per altre eventuali tirate.

Percorso il fiordo si arriva a Trondheim, città vera con un bel porto e una mostra di barche d'epoca.

Poi si visita la città sino alla cattedrale e ci si separa con appuntamento alle 15.30 per visite; pranzo autonomo.

Interessante negozio cinese di generi alimentari con confezioni molto grandi. I cinesi, ormai sono ovunque. Chissa se sono insediamenti dei tempi della caccia alle balene.

Mi mangio un cestino di fragole freschissime e vado per bancarelle e negozi.

Si riparte lungo la E6 sino a Otta e lì si devia per Lom località di montagna molto chic cui arriviamo per caso.

Abbiamo deciso di saltare Bergen e ci limiteremo a vedere la parte finale del Sognefiord.

La sistemazione è pessima (in roulotte) ma è sera e bisogna accontentarsi. Si cena presso il campeggio e si va poi a vedere il fiume che precipita dalle montagne proprio dietro il campeggio.

Al di là del fiume c'è una splendida chiesa di legno del 1100.

Siamo alla fine della seconda settimana e si va facendo.strada l'ipotesi non dichiarata di tornare entro le tre e non entro le quattro come avevamo ipotizzato.

Domenica 20 luglio: Da Lom a Leira – 330 km con strade alpine e 1 traghetto.

Dopo qualche foto e compere (pupazzetto a guanto che rappresenta una renna per Dany) si inizia un tratto di 80 km in ambiente alpino con passo innevato a 1500 m.

Ci sono intorno montagne con ghiacciaio che sfiorano i  2500 m di altezza e si attraversano due parchi nazionali.

In discesa riesco a fare una foto a Checco che scende con cautela; è sempre un po' imbranato sulle curve perché non piega e dunque fa le curve a scatti.

Si arriva al Sogndalsfjørae e, dopo Sogndal, prendiamo un traghetto per attraversare il fiordo.

Più avanti, in un ambiente da altopiano di montagna, si passa per alcuni accampamenti tradizionali lapponi con le tende a cono in pelle di renna.

Si prende la E 16 (acqua che ci costringe ad una bardatura completa per una mezzora abbondante) e ci sposta verso l'interno della Norvegia: grandi foreste con laghi e fiumi.

Verso sera ci si ferma prima a Fagernes, in un camping esclusivo dove non c'è posto nei bungalow (per fortuna visti i prezzi) e poi si approda in una pensione a Leira schivando per un pelo un megatemporale. Le moto possono essere messe al coperto.

Ottima cena con salmone grigliato accompagnato da una salsina squisita. Passeggiata serale, con delle betulle gigantesche. Bucato e poi a nanna.

Lunedì 21 luglio: Da Leira a Oslo – 180 km

Abbondante colazione, prelevo di corone con la Visa e poi via lungo strade veloci sino ad Oslo in ambiente simile a quello del giorno precedente (foreste, fiumi, grandi laghi). Ci sono le deviazioni per Lillehammer dove si sono svolte le Olimpiadi invernali.

Appena arrivati ad Oslo si prenota l'albergo attraverso il servizio turistico presso la stazione ferroviaria e il traghetto per la Danimarca per domani sera.

Siamo costretti a prendere 2 posti in cabina da 4 per mancanza di cabine da 2 (risparmio di 800 corone e scoperta poi che gli altri 2 posti rimarranno liberi, meno male!).

Meraviglia della Norvegia: le moto oltre a non pagare i tunnel, le autostrade e gli accessi alle città, non pagano neanche nei parcheggi privati coperti.

L'albergo è buono, sono le 15 e ci si dedica alla visita della città (che è molto piccola).

Mentre camminiamo in centro ci accorgiamo di cosa sia la civiltà dei paesi scandinavi. Se ti apresti a scendere dal mrciapiede in corrispondenza di un passaggio pedonale, le macchine si fermano anche se sono a 10 metri.

lo me ne vado a vedere il museo delle navi vichinghe mentre Checco va a zonzo, cosa che farò anch' io più tardi.

Si cena lungo il porto su un battello (poteva andar meglio) e poi si ricomincia a girare per la città.

Dopo giorni di vita solitaria le città fanno comunque una certa impressione. Ad OsIo ci colpisce la quantità di belle ragazze in circolazione (more o rosse)..

Martedì 22 luglio: visita a Oslo e in serata traghetto per Copenaghen

La mattina si fanno compere (maglietta che avevamo visto a Sondrio sul pompino svedese, cravatte, collier per Anna), si fa una minicrociera compresa nella Oslo Card che ci consente di vedere il fiordo e il porto. Poi si va a piedi a prendere i biglietti.

Alle 15.30 imbarco e dopo un'ora di dubbio è chiaro che avremo la cabina solo per noi (meglio così).

La nave è piena di giapponesi e di ciprioti (ecco chi si è fregato le cabine a 2).

Il ristorante a self service è più caro e meno ricco che all'andata e non dà le bevande comprese nel prezzo.

Mi compro una bottiglia di bianco (australiano) al free shop facendo vergognare Checco che, essendo un signore, si sente in imbarazzo, mi considera un cafone e paga una cifra per la birra al ristorante.

Mercoledì 23 luglio: 339 km visita Copenaghen, traghetto per Puttgarden e poi Schwerin

La mattina sulla nave compero corone danesi. Un'ora di coda con davanti i giapponesi che fanno un casino dell'ira, peggio dei romani, ridono sempre e, secondo Checco, puzzano.

Per di più la banca vende le corone ad un prezzo maggiorato del 20%.

Mi rifaccio rubando dalla cabina un asciugamano delle Norway seaways per ricordo.

Passiamo abbastanza vicini alla sirenetta e poi si sbarca.

Dalle 9.30 alle 14.30 visita pedonale di Copenaghen. Prima il porto canale poi il centro, il municipio, la università (inevitabile la foto sotto il busto di Niels Bohr), l'osservatorio dj Tycho Brahe, l' erotic museum (meta attesa di Checco), i negozi (bel negozio di utensileria cinese).

Riprese le moto si va in autostrada e si arriva al traghetto per Puttgarden che prendiamo al volo.

Pranzo sul traghetto e, arrivati in Germania, si fa un prelievo di DM.

Si va verso Lubecca e poi si devia per la ex RDT.

Incomincia a piovere ma si viaggia. Le case sono brutte e con aria abbandonata. Unica novità i concessionari d'auto e i distributori di benzina (che tristezza: è arrivata la civiltà al posto del comunismo).

Ci fermiamo a Schwerin senza sapere bene che città sia, alla prima visione di hotel.

Siamo in periferia ma ci sono le rotaie del tram e questo ci fa pensare ad una città. Si cena al ristorante iugoslavo: io salmone e Checco grigliata mista.

Giovedì 24 luglio: 190 km visita di Schwerin e quindi Berlino

Schwerin è la capitale di uno dei Lander della ex Rdt: il Magleburgo Pomerania. La mattina visita al castello. Nel parco c'è una statua che richiama la solidarietà al popolo vietnamita. Grande emozione e foto: la lasceranno?

Poi via in autostrada sino a Berlino. Le autostrade della ex Rdt sono in uno stato abbastanza allucinante.

Arrivati a Berlino si va al tourist office dello zoo e si becca un albergo vicino. Ci si sistema (la camera per 2 persone costa 120 DM inclusa la colazione), le moto stanno in cortile e si può girare a piedi la città, inoltre la camera è molto grande e si fa un bucato che può essere steso in camera con gli elastici del portapacchi..

A due passi dall'albergo c'è un altro erotic museum che con la sua insegna ben visibile ci farà da riferimento per l'albergo.

Nel pomeriggio prendiamo il metrò e andiamo nella parte est con la metropolitana di superficie a vedere un mercato fisso di antiquariato. Roba bella. Mangiamo un kebab e poi a piedi andiamo verso la porta di Brandeburgo.

Bancarelle sui residui del socialismo gestite da iraniani controllate da poliziotti a cavallo contro gli abusivi. Vendono prevalenemente cimeli militari.

Lunga camminata a piedi fino in albergo e poi cena nella birreria di fianco (stinco di maiale bollito con contorni vari).

Venerdì 25 luglio: visita Berlino

Ci si muove con le moto sino ad Alexanderplatz e si visitano nell' ordine: il municipio di Berlino, la statua a Marx ed Engels, il Duomo che ha copiato San Pietro, con salita alla cupola, il museo con l'altare di Pergamo e le mura di Babilonia (eccezionale), il museo storico, la porta di Brandeburgo e il mitico viale unter der Linden.

Si fanno un po' di foto e si torna in albergo nel tardo pomeriggio.

Un motociclista ci fa segno che la catena di Checco balla paurosamente; ci rimetto le mani, ma c'è poco da tirare; bisogna cambiarla e speriamo che regga fino a casa.

La cosa ci deprime; si va a vedere un grande magazzino (il Ka VeDe che passa per uno dei più grandi d 'Europa) e poi si torna per cena vicino all' albergo (pasta con i finferli, ma noi non ci aspettavamo i finferli con la pasta al posto del pane).

Dopo cena vista la insoddisfazione per il cibo, proviamo il filmino pomo individuale a tempo annesso al museo. Squallido e mangia marchi (circa 12 marchi per un quarto d'ora). Meglio camminare un po' e, dopo il gelato, a nanna. Domani ci attende una bella tirata.

Sabato 26 luglio: 670 km da Berlino a Memmingen

Il programma della giornata prevedeva di visitare Augusta e Norimberga ma la pioggia a metà giornata ci ha consigliato di rimanere in autostrada.

I primi pezzi dopo Berlino erano da Rdt, con fondo stradale pessimo, poi la situazione è man mano migliorata.

La Germania, vista dalle autostrade è mossa, con valli e foreste.

Ci siamo fermati a Memmingen un po' a caso e ci è andata bene.

Buona la gasthouse e bella la cittadina con case dipinte e tetti in legno su più livelli incastrati uno di fianco all'altro.

 Insieme a noi, nella gasthouse, c'è una coppia di Varese che sta andando a Praga con un Guzzi 1000, quello simile ai BMW e che è stato stupidamente messo fuori produzione..

Domenica 27 luglio: Da Memmingen a casa – 440 km

Visita di Memmingen per le foto e poi via per Lindau, all'estremo destro del lago di Costanza.

Vista Lindau (città di lago), breve tratto in Austria, Liechtenstein e poi Coira, la via Mala, Splugen, il San Bernardino, Bellinzona, percorsi noti per via della passion e per lo sci da fondo.

Abbiamo fatto un'ultima foto e un ultimo pieno alla stessa stazione di Chiasso dove ci eravamo fermati all'andata e poi via fino a casa.

Considerazioni e consigli con il senno di poi

Prevedere delle soste di una giornata ogni settimana e dedicarle a visite di un solo posto. La sosta serve a rompere il ritmo delle giornate tutte uguali.

Portare con sé la guida completa dei campeggi e, tendenzialmente, prenotare il giorno precedente in modo di non farsi prendere dall' ansia del si fa sera e non so dove andare. Comunque il sistema ricettivo della Scandinavia è eccezionale a differenza dei ristoranti che sono carissmi. Abbiamo sempre fatto delle abbondantissime colazioni la mattina, mangiato frutta all'ora di pranzo e una cena semidecente in camping. La colazione molto abbondante è fondamentale per reggere lo sforzo fisico della giornata.

Meglio salire dalla Norvegia e scendere dalla Svezia.perché dal punto di vista ambientale la prima è molto più ricca e interessante, mentre dopo 2 settimane in giro, ci si fa prendere dall'ansia di arrivare a casa e si rischia di non prestare ladovuta attenzione a cose che meritano di essere viste.

La Germania va visitata con maggiore calma. Sicuramente valeva la pena di fare una tappa di un giorno a Norimberga. Alla prima occasione torniamo da quelle parti.

Discutere preventivamente la organizzazione e i ritmi della giornata. Certe discussioni fatte nel tardo pomeriggio, quando si è stanchi, fanno solo litigare

Non è indispensabile portare tutto il materiale logistico che ho caricato (pastiglie per i freni, camera d'aria, ferri, … ).

 

3 risposte a Villasanta Capo Nord – il diario – luglio 1997

  1. valerio grassi scrive:

    Claudio, mio padre ha lavorato quasi quarant'anni in Gilera, qualche anno sotto Piaggio e Luca di M. (buono questo prezzemolino!). La Gilera originale non ha mai prodotto modelli che ti avrebbero portato lassù, hai fatto bene a usare il V7. Guzzi era stata tradizionale rivale Gilera, ma la MV è quella che ci ha dato più pensieri negli anni '50. Infatto era una copia del nostro Quattro Cilindri. Verso il '55 la Guzzi fece correre un otto cilindri, veloce in rettilineo, poco agile in curva. Come ricorderai, Gilera si ritirò nel '57, con Libero Liberati campione del mondo delle 500.
    Se fai "Flickr valgrassi", a un certo punto trovi un paio di foto di argomento Gilera.
    ciao!
    valerio grassi

  2. Maurizio Scarpello scrive:

    Beati voi, io non ne sarei stato capace. Certo, quella Guzzi…se sei più di 1,60 i crampi! E poi: ma il pedale di destra non è quello del freno?
     

    • Claudio Cereda scrive:

      grazie, correggo subito; come al solito mi sono confuso ero rimasto alle moto del 60/70; Aermacchi cambio a destra; Guzzi cambio a sinistra. Quando passavo dall’una all’altra, ogni volta dovevo fare mente locale

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