riformatori, ragionieri e briganti

Ringrazio Gianni Gandola su ScuolaOggi per la tempestiva e insistente informazione sui pasticci che il Ministero dell’Istruzione sta combinando nel rapportarsi alle scuole. Volevo dire la mia da fine dicembre, ma ho deciso di attendere l’approvazione del bilancio 2010 per la mia scuola in modo di poter entrare nel merito cifre alla mano.

Tutte le cifre presentate sono in migliaia di euro (k€) e arrotondate per agevolare la lettura. I confronti sono tra il 2009 e il 2010.

Il totale del bilancio passa da 1'076 a 864 k€. Come mai? La dotazione ordinaria (il finanziamento statale) passa da 418 a 227 k€. Meno 200. Non ci sono parametri, non ci sono motivazioni. Ogni scuola ha ricevuto il suo. Ci si dice che per alcune voci, ci saranno integrazioni pari ai quattro dodicesimi per il periodo settembre dicembre 2010 (nuovo anno scolastico) ma la sostanza non cambierà. Lor signori lo sanno che con l’avvio della riforma (epocale) inizia nelle prime un nuovo insegnamento di informatica da fare principalmente in laboratorio e che, nel mio caso, il DS riformatore stava approntando due nuovi laboratori?

Con 200 k€ in meno bisogna tagliare tutto, ma non basta. Il vero taglio è quello preannunciato, ma non detto esplicitamente, sui residui attivi nei confronti dello stato. Par di capire che Giulio Tremonti intenda fare un bel colpo di spugna sui suoi debiti e, per ora, ci ingiunge di metterli da parte nei bilanci in un fondo non spendibile.

Si tratta dei soldi che le scuole, a suo tempo, hanno iscritto a bilancio sul lato delle entrate a fronte di comunicazioni ufficiali del ministero. Già, perché noi non si può operare sulla base di pure ipotesi di stanziamento per quanto previste dalla normativa; si deve attendere la comunicazione e quando si tratta di rimborsi per maggiore spesa su voci obbligatorie come le supplenze, bisogna preventivamente aver documentato e aver fatto i monitoraggi.

Questi soldi, relativi ai residui attivi, il ministero ci aveva ufficialmente comunicato: te li dò. E noi li abbiamo iscritti a bilancio e li abbiamo spesi utilizzando le disponibilità di cassa. Se c’è la disponibilità a bilancio si assume l’impegno di spesa (cui seguono un ordine, un incarico, una fattura, …) e se poi ci sono materialmente i soldi sul conto (soldi che sono muti, non hanno scritto sopra da dove vengono), come fanno i gentiluomini, si onora il debito (mandato di pagamento).

Quello che ci devono ma vorrebbero cancellare

All’Hensemberger siamo messi così. Lo Stato ci deve 445 k€ così ripartiti: 6 nel 2003, 18 nel 2004, 34 nel 2005, 42 nel 2006, 53 nel 2007, 116 nel 2008, 175 nel 2009. Secondo il ministero avremmo dovuto fare il bilancio 2010 senza inscrivere sul fronte delle entrate questa cifra. O meglio, l’avremmo dovuta inscrivere, ma poi, per quanto riguarda le uscite, l’avremmo dovuta mettere in freezer.

Prima di raccontare cosa abbiamo fatto qualche osservazione sulle caratteristiche di questo credito:

  • la situazione, nel tempo, va rapidamente peggiorando: autonomia, autonomia … ma non c’è autonomia senza certezza; nel 2009 siamo a 175 k€ non versati nonostante abbiamo cancellato (con una variazione di bilancio) altri 50 k€ a dicembre prendendo atto che i parametri per il calcolo della dotazione non erano più validi
  • le voci non erogate riguardano spese obbligatorie della scuola e, sul fronte delle entrate erano entrate a destinazione vincolata: pagamento delle commissioni d’esame, pagamento dei revisori dei conti, pagamento di ore eccedenti dei docenti, pagamento del Fondo di Istituto, pagamento delle Funzioni Strumentali, pagamento delle supplenze, pagamento della indennità del DSGA e dei sostituti del DS
  • il bilancio di cassa, che ha consentito di onorare i nostri debiti, è andato rapidamente peggiorando e allo stato attuale non è in rosso solo perché la nostra scuola è polo per alcune iniziative di rilevanza provinciale e dunque amministra alcuni finanziamenti per la formazione provinciale sulla sicurezza. Senza questa voce il conto corrente sarebbe già in rosso e mi scappa da ridere al pensiero di cosa accadrà quando l’USP chiederà indietro i fondi rimanenti e noi risponderemo prima dateci quello che ci dovete.

Abbiamo disobbedito

Il nostro avanzo di amministrazione presunto relativo al 2009 è di 508 k€ contro il precedente di 500. L’avanzo si calcola facendo la somma algebrica tra disponibilità di cassa, debiti (residui passivi) e crediti (residui attivi).

Dopo averlo calcolato si deve distinguere tra avanzo vincolato (finanziamento di atti dovuti e già individuati) e avanzo non vincolato (quello che consente di impostare il bilancio). L’esistenza di un avanzo che pesa per il 50% del totale del bilancio non è una bella cosa ma è quasi fisiologico visti i vincoli che la amministrazione pone nelle politiche di spesa.

Nel 2009 avevamo 121 k€ di non vincolato e 378 di vincolato.

Nel 2010, se avessimo obbedito, avremmo dovuto mettere oltre 400 k€ nel congelatore e non saremmo riusciti materialmente a stendere il bilancio.

Abbiamo optato per una soluzione intermedia: 3 k€ di non vincolato (praticamente niente), 229 k€ di vincolato e 206 nel freezer. Abbiamo deciso arbitrariamente, ma non troppo, che almeno i soldi del 2008 e del 2009 lo stato ce li darà. Pensiamo che non siano arrivati solo perché c’è qualche ritardo burocratico. Era la condizione per arrivare a predisporre uno straccio di bilancio senza il quale, teoricamente, ci avrebbero commissiarato. Le scuole sono o ferme in attesa di capire o inventano manovre contabili fantasiose (e Tremonti se lo merita).

Che bilancio ne è uscito?

Già lo scorso anno avevo impostato tutta la mia azione in una politica duplice: diminuire le spese correnti sia sul fronte amministrativo sia su quello dei consumi legati alla didattica, aumentare le spese di investimento.

Avevamo anche approvato un aumento del contributo delle famiglie da 100 a 130 € vincolando l’aumento tutto alla politica di investimenti nei laboratori. Il contributo, depurato delle esenzioni e rimborsi, è complessivamente dell’ordine di 100 k€ ed è una delle voci che consentono di fare il bilancio perché è sicuro nei tempi e nell’ammontare.

Il bilancio sul fronte delle uscite presenta sei aggregati oltre al freezer.

× Funzionamento amministrativo generale: passiamo da 78 a 62

× Funzionamento didattico generale: passiamo da 58 a 4 (ma si istituiscono i dipartimenti – vedi oltre)

× Spese di personale da 132 a 109 (sono voci contrattuali non gli stipendi che in una scuola come la nostra valgono diversi milioni di euro)

× Spese di investimento da 89 a 0 (vedi dipartimenti)

× Progetti da 689 a 507: i progetti sono distinti in servizio (tra cui quello sulla sicurezza) 217, organizzativi e FIS 138 (tra cui la retribuzione a chi fa funzionare la scuola oltre che insegnare), viaggi di istruzione 85 (che sono una partita di giro visto che gli alunni versano e la scuola paga le agenzie), supporto didattico 24 (i progetti legati alla didattica e all’ampliamento dell’offerta formativa)

× Dipartimenti da 0 a 51 (con cui si potranno coprire le vecchi voci del funzionamento didattico)

× Freezer da 28 a 205.

Degli 89 k€ previsti per investimento l’anno scorso ne sono stati spesi solo una parte perché stiamo lavorando su una ipotesi di acquisto di un centro di lavorazione per i meccanici e l’importo è alto (70 k€ almeno). Si tratta di decidere se fare un acquisto una tantum o spalmarne gli oneri su più esercizi e l’impegno preso lo scorso anno era di spendere almeno 90 k€ ogni anno in investimenti sui laboratori.

Era nostra intenzione lavorare nel 2009/2010 sui dipartimenti, uno degli assi della riforma.

Li abbiamo istituiti, hanno iniziato a lavorare sugli aspetti di progettazione didattica e stavamo impostandone il lavoro sul fronte delle politiche di bilancio.

Ci piacerebbe, ma forse dovrei dire ci sarebbe piaciuto, farli diventare delle piccole entità autonome dentro la scuola con un loro budget autoamministrato che andasse a coprire i costi in materiali di consumo, la manutenzione ordinaria e gli investimenti. Pensavamo anche ad un budget indistinto per la manutenzione straordinaria.

Nel determinare le linee guida per il bilancio il Consiglio di Istituto aveva ipotizzato un finanziamento di almeno 150 k€ e ribadita la opportunità di passare ad una politica per centri di costo in cui i capi dipartimento e i responsabili di area laboratoriale fossero autonomi nell’impostare le politiche di spesa e che si istituzionalizzasse un ambito collegiale dedicata alla discussione collettiva delle priorità (per dividere i budget e per fare regolarmente il punto).

Abbiamo anche istituito il Comitato Tecnico Scientifico con 4 interni (che si riferiscono ai dipartimenti) e 4 esterni (Confindustria, Camera di Commercio, Assessorato alle Attività produttive, Collegio dei Periti) e pensavamo di discutere in questo organismo le linee di investimento su cui operare. Con 50 k€ anziché almeno 150 potremo comperare le cartucce, la carta, sostituire qualche PC obsoleto, … e far stampare una cartolina d’auguri con su scritto abbiamo scherzato.

Due considerazioni finali:

× le scuole autonome sono organismi di rilevanza costituzionale e dal ministro Berlinguer in avanti si era tentato, timidamente, di metterli in condizione di autonormarsi (il significato etimologico della parola autonomia). Il ministero non ci crede più, lo dica ed eviti di parlare di riforme di rilevanza epocale. I Dirigenti devono tornare a fare i passacarte? Lo si dica e si eviti di scrivere quelle cose bellissime che stanno scritte nel DLGS 150 (decreto Brunetta) sulla misura delle performance, sul merito, sulla responsabilità dirigenziale, sulla premialità

× spero che la voce secondo cui il progetto freezer sarebbe solo l’anticamera dell’annullamento ope legis dei debiti dello stato sia solo una voce maligna; va bene che il ministro Tremonti eccelle per fantasia ma pensare che per ripianare il deficit dello stato basta cancellare i debiti mi sembra eccessivo. Potrebbero farlo e sarebbero dei briganti. Ecco il senso del titolo che sta in cima all’articolo.

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Informazioni su Claudio Cereda

nato a Villasanta (MB)il 8/10/1946 | Monza ITIS Hensemberger luglio 1965 diploma perito elettrotecnico | Milano - Università Studi luglio 1970 laurea in fisica | Sesto San Giovanni ITIS 1971 primo incarico di insegnamento | 1974/1976 Quotidiano dei Lavoratori | Roma - Ordine dei Giornalisti ottobre 1976 esame giornalista professionista | 1977-1987 docente matematica e fisica nei licei | 1982-1992 lavoro nel terziario avanzato (informatica per la P.A.) | 1992-2008 docente di matematica e fisica nei licei (classico e poi scientifico PNI) | Milano - USR 2004-2007 concorso a Dirigente Scolastico | Dal 2008 Dirigente Scolastico ITIS Hensemberger Monza | Dal 2011 Dirigente Scolastico ITS S. Bandini Siena | Dal 1° settembre 2012 in pensione | Da allora si occupa di ambiente e sentieristica a Monticiano e ... continua a scrivere
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Una risposta a riformatori, ragionieri e briganti

  1. michele scrive:

    Claudio, ma non ve ne eravate accorti? Le scuole accumulavano negli anni avanzi di amministrazione cospicui e li mettevano a bilancio, elaborando progetti anche utili ma del tutto ipotetici. Ora le somme che dovrebbero avere toccano livelli stratosferici mentre, invece, c’è ormai quasi una sofferenza persino di liquidità per le spese più urgenti e consuete.
    Si parla di crediti per 1000 miliardi di vecchie lire. E’ due anni che lo scrivo a tutti, sindacati, partiti (tutti i PD in Regione…), dirigenti scolastici e consigli di istituto che siamo nella situazione di creditori che non possono esigere quanto loro è dovuto! Risponde solo silenzio, come fosse una inezia…
    E adesso arriva il congelamento,che in pratica c’è già e lo sai benissimo, pochè circolari ministeriali recenti impongono di non impegnare assolutamente risorse che non siano state erogate con tanto di finalità acclusa.
    I DS, e lo capisco, sono chiaramente tra il martello dei quattrini che non ci sono e gli obblighi di erogar servizi che gli vengono imposti: ma ci si son anche fatti ficcare, accettando ogni volta di scaricare sulle scuole compiti che crescevano mentre le risorse calavano, sperando che in qualche modo si riuscisse ad arrangiarsi quadrando cerchi sempre più improbabili.
    Noi, quest’anno, tagliamo ormai risorse ai progetti d’istituto finanziati dal Fondo d’istituto (li tagliamo cioè agli stipendi dei lavoratori, poichè si tratta della contrattazione di secondo livello territoriale e locale, quella che doveva servire, in teoria, a migliorar la scuola aumentando la produttività specifica).
    Lo facciamo per poter dare un minimo appena appena credibile di attività di recupero, ad esempio, perchè quelle restano obbigatorie: ma ci son già scuole che si salvano l’anima riducendo quelle attività a livelli inesistenti, tanto basta che compaiano, fa niente se poi l’allievo che non ha soldi non avrà ne recupero scolastico ne privato. La forma è salva.
    Due anni fa, quand l’andazzo che adesso esplode è diventato evidente, come componente il CdIstituto avevo anche indagato se ci fossero forme di contestazione legale possibili nei confronti del ministero: non c’è modo, pare quasi che abbiano previsto tutto, perchè la scuola, per quanto autonoma, viene ritenuta PARTE dell’amministrazione e non la può chiamare in causa per questi aspetti, c’è una sentenza di Cassazione che lo dice chiaro e fa legge.
    L’associazione delle scuole autonome era stata probabilmente pensata anche per dare loro la possibilità di avviare contenzosi giuridici, ma non mi pare ci siano – allo stato attuale – i presupposti perchè ce l’abbia, poichè – a differenza che nel caso dei Comuni o delle Regioni, dove attribuzioni, competenze e contenziosi sono previsti esplicitamente dal titolo V° della Costituzione riformata – qui non esistono norme di riferimento.
    Alla riforma Gelmini in qualche modo sopravviveremo, forse, ma mi spaventa la disattenzione di tutti su questi altri aspetti, perchè dalle due iniziative convergenti la scuola pubblica rischia concretamente di uscir distrutta, e non tra ventanni, ma in pochi anni.
    Se arriva anche la legge Aprea a completare il quadro con la possibilità per le scuole autonome di trasformarsi in Fondazioni (con quel che ne consegue sul piano delle agevolazioni fiscali, delledonazioni liberali ecc), le scuole private agiranno in un regime che taglia alle statali ogni possibilità reale di concorrenza, e allora via coi coupon ecc.
    Fa paura anche l’indifferenza dei genitori, che credo siano gli unici soggetti a poter intentare qualcosa di legale per recuperare i crediti per via indiretta, qualcosa di simile a una class action o a una denuncia prodotta a titolo individuale, in quanto le decurtazioni improvvisate e mascherate danneggiano concretamente l’erogazione del servizio pubblico e dunque i loro figli.
    ciao, Michele

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