acqua bene pubblico

Sapete una cosa? Questo can-can sull'acqua pubblica mi pare un vero can-can, cioè un ballo sfrenato in cui si alzano le gonne, ma si conclude poco. E' finita la campagna delle trivelle e incomincia quella dell'acqua.

Molta strumentalità, molta ideologia, pochi dati di esperienza come se non venissimo da decine d'anni di gestione pubblica caratterizzata dal fatto che il 30% dell'acqua pompata dai pozzi finisce dispersa dalle tubazioni che perdono (dato ISTAT), come se non ci avesse detto nulla la recente esperienza di Messina.

Il PD ci ha tradito urlano SEL e i 5 Stelle; il PD si appresta a privatizzare un bene pubblico.

«Nel mio intervento alla Camera stavo spiegando i principi della regolazione del servizio idrico – spiega la deputata Bargero del PD, fatta oggetto di contumelie e ironie di ogni genere –. Chiunque abbia sostenuto un esame di Scienza delle finanze sa che dal punto di vista della teoria economica l’acqua che arriva nelle nostre case non può essere definita un bene “pubblico” (non rivale e non escludibile) perché se non ci fosse una rete idrica (acquedotto) i cittadini potrebbero esserne esclusi. Di qui la necessità della regolazione. Il mio intervento è stato travisato, postato solo in parte e per cui sono stata sommersa di insulti e minacce.

Si tratta di grandi impianti infrastrutturali in cui ci deve essere azioni sinergica del potere pubblico e delle aziende private. E' una questione di natura dimensionale per le aree coinvolte e per gli investimenti necessari (pozzi, impianti di distribuzione, rete capillare, depuratori e impianti fognari).

Forse dirò una sciocchezza. Anche il mare è un bene pubblico e nell'utilizzo degli arenili le normative fanno coesistere spazi pubblici ad una gestione in concessione di altre aree. I concessionari devono sottostare a determinate normative e, grazie a recenti disposizioni europee, le concessioni vanno date a termine e in ambito pubblicistico.

Il mio dato di esperienza, qui nel senese, è "acquedotto del Fiora" una spa a controllo pubblico in cui qualche anno fa c'è stato anche l'ingresso minoritario di capitale privato. Il bacino della spa è Siena, Grosseto e parte del viterbese. La mia impressione, nonostante molte finte di apertura al rinnovamento, è quella di un carrozzone altamente inefficiente, in particolare nell'apparato amministrativo (tempi di disbrigo delle pratiche). SE le procedure on line servono solo come strumento di consultazione sono quasi inutili.

Ieri mi è arrivata la fattura semestrale per l'utenza di un mini locale (uso magazzino): consumo 1mc, pari a circa 2 € tra depurazione e costo. Canone fisso oltre 45 €. Con ammenicoli vari si arriva a oltre 55 €. Non sarà troppo alto il contributo fisso? E' una tariffa di mercato?

In un anno non sono riuscito a perfezionare il pagamento via RID nè ad interloquire in maniera efficiente con gli uffici (il call center funziona ma non ha possibilità operative) e, alla fine, ho rinunciato al RID dopo 4 fatture non pagate per inefficienza loro; ogni volta lettera di sollecito, andata in banca e rincorsa a pagare con i bollettini postali. Il bello è che se hai scelto l'addebito permanente, che non funziona, non puoi pagare on line e con la fattura non ti mandano nemmeno il MAB.

In questi giorni sta terminando la posa della nuova condotta (non più in ferro) nella frazione dove abito (e di questo ringrazio) ma, nell'ultimo anno, in tre occasioni dopo riparazioni su perdite stradali ho avuto per ore l'acqua marrone e piena di ruggine perché le aziende che intervenivano in subappalto, essendo pagate ad uscita, ogni volta non eseguivano lo spurgo, per fare prima.

Dovevo chiamare il call center, uscivano i tecnici dell'acquedotto, lavoravano per qualche ora a fare un lavoro che avrebbero dovuto fare altri, chiedevo che segnalassero l'inadempienza e la volta dopo accadeva la stessa cosa.

Al danno seguiva la beffa: dal call center richiamavano per misurare il gradimento sulla efficienza del servizio. Domande chiuse e dunque totale inutilità. In tutte queste interazioni ho sempre patito la mancanza di un responsabile cui potersi rivolgere e che ti dicesse: la ringrazio della segnalazione, me ne occupo e poi le faccio sapere.

Penso che un po' di privato vero potrebbe servire a dare più efficienza a strutture troppo abituate ad operare in regime di monopolio e dunque poco abituate a ragionare in termini di efficacia, di customer satisfaction e anche di concorrenzialità tariffaria. Non trovo nulla di scandaloso nel fatto che conservando il carattere pubblico dell'acqua la gestione dei processi di distribuzione possa avvenire in regime di concorrenza.

Due parole sulla immagine che ho pubblicato: fuori l'acqua dal mercato, fuori i profitti dall'acqua. Bella idea. Paga Pantalone? Magari sono gli stessi che si lamentano del fatto che l'Italia ha il sistema fiscale più esoso e il sistema pubblico più inefficiente.

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Informazioni su Claudio Cereda

nato a Villasanta (MB)il 8/10/1946 | Monza ITIS Hensemberger luglio 1965 diploma perito elettrotecnico | Milano - Università Studi luglio 1970 laurea in fisica | Sesto San Giovanni ITIS 1971 primo incarico di insegnamento | 1974/1976 Quotidiano dei Lavoratori | Roma - Ordine dei Giornalisti ottobre 1976 esame giornalista professionista | 1977-1987 docente matematica e fisica nei licei | 1982-1992 lavoro nel terziario avanzato (informatica per la P.A.) | 1992-2008 docente di matematica e fisica nei licei (classico e poi scientifico PNI) | Milano - USR 2004-2007 concorso a Dirigente Scolastico | Dal 2008 Dirigente Scolastico ITIS Hensemberger Monza | Dal 2011 Dirigente Scolastico ITS S. Bandini Siena | Dal 1° settembre 2012 in pensione | Da allora si occupa di ambiente e sentieristica a Monticiano e ... continua a scrivere
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