il PD che discute – di Daniele Marini

Serata del 4 maggio, riunione di circolo per parlare della situazione del PD, della formazione del governo e quant’altro venga in mente. Nessuna introduzione. Circa una trentina di presenti, come il solito, età media oltre i 60, 4 o 5 giovani appena sotto i 40. E incomincia una seduta di autocoscienza o di tipo psicanalitico.

“Ma noi qui cosa facciamo? chiacchieriamo ma poi arriva qualcosa al vertice?”

Ed ecco il primo pensiero: la mia esperienza da ‘68ino” mi porta alla mente la preparazione delle assemblee studentesche (che avevo l’onore di presiedere a Scienze). C’era sempre pronta o in preparazione la “mozione finale”. Non si concludeva l’assemblea senza la mozione, magari se ne mettevano al voto più d’una o si votavano emendamenti. Splendido apprendistato alla gestione del dibattito politico, che mi è stato di grandissima utilità quando ho assunto responsabilità di gestione all’Università. E poi c’era qualcuno che scriveva il “tazebao” e lo affiggeva nell’atrio di Fisica, di Geologia, di Biologia ecc. Mai nessuno in questo circolo che proponga una sintesi per la fine della serata. So che qualche circolo lo fa ma il mio …

“Non dobbiamo parlare di Renzi. “ - “Ma se non parliamo di Renzi io non so cosa dire!”- “Vabbè un cenno è consentito. “ - “Ma Renzi intervenendo da Fazio ha sbagliato. Io ho sempre votato per Renzi, ma ora basta! Non doveva! “ - “in famiglia si litiga tra chi è per Renzi e chi è contro Renzi” - “Ma alla fin fine che cosa propone il PD, che strategia ha? “ - “Renzi ha detto chiaramente che occorre riaprire il tema delle riforme istituzionale. “ - “Ma agli italiani non interessa! “ - “Ma la direzione cosa ha deciso?” - “Che si riprende il tema della riforma delle istituzioni.” - “No, ha deciso che Martina andrà da Napolitano ad ascoltare cosa propone.”

E penso: io non so cosa abbia deciso la direzione – e francamente non ho voglio di andare a leggermi l’eventuale comunicato, che pare assai difficile da trovare, e peraltro già da tempo al circolo ho detto che il PD non è capace di usare la rete e infatti non si trova uno studio, un documento ufficiale, solo interviste registrate dalle vari reti televisive, ma pazienza, torno al punto – ma trovo curioso che si debba attendere Mattarella per darci “la linea”. Non abbiamo passato quasi 9 anni a farci “dare la linea” da Napolitano? Ma allora perché non vi va bene un sistema presidenziale ad elezione diretta con ballottaggio del Presidente della Repubblica come in Francia? Manco mi leggessero nel pensiero e ….

“Io ho votato no alla riforma, non mi piaceva uno solo al comando, pensate a cosa succederebbe oggi” (faccio uno sforzo di fantasia ma non riesco a capire, se non che Mattarella avrebbe preso in mano la situazione da subito).

“Non abbiamo capito che siam tornati a un sistema proporzionale, e tutti i partiti devono parlare con tutti” E penso che questa storia che bisogna diventare responsabili perché è un sistema proporzionale mi sembra la bufala dell’anno. La solita trovata del giornalista di grido che su questa ideuzza ci campa ogni giorno elaborando un nuovo articolo. E c’è chi ci crede! E non si ricordano più che in pieno sistema proporzionale esisteva il fattore “k” che escludeva il PCI, ed esisteva il fattore “nata dalla resistenza” che escludeva il MSI! Ma via!

“Dovevamo andare alla discussione coi 5* per dimostrare che non valgono niente davanti a tutti gli elettori” - “In fondo sul tema del reddito di inclusione non siamo così lontani, propongono 2 mld per finanziare i centri per il lavoro”

E penso: ma neppure il prof. Della Cananea è riuscito a trovare dei punti concreti condivisibili, solo grandi petizioni di principio, ma forse ho letto male …

“Ma poi abbiamo governato per 5 anni con Berlusconi e Verdini e ci fa schifo dimaio?” (dimaio lo scrivo sempre minuscolo, non merita alcun rispetto)

“Però se avessimo accettato Amato come candidato alla Presidenza, Berlusconi non avrebbe voltato la schiena alla riforma costituzionale” Incomincio a pensare che qui il disaccordo è su tutto

“Ma Renzi ha dimostrato di essere un leader” - “Sì ma è divisivo, deve farsi da parte” - E penso: ma possibile che nessuno si ponga la domanda del perché non ci sia un altro leader in grado di sostituire Renzi? Ai tempi del duello Veltroni – D’Alema almeno c’erano due galli nel pollaio …

“Ancora non abbiamo capito perché abbiamo perso le elezioni!” - “Ma guardate che in tutto il mondo la sinistra cede e chi ha governato anche bene non viene riconfermato.” - “Gli altri partiti hanno fatto leva sulla paura, paura del progresso e della tecnologia, paura delle migrazioni” - “Ma il tema del lavoro va affrontato! E poi c’è gente che ha fatto appena la terza medi e guadagno più di un laureato!”

Ho ceduto, me ne sono andato sussurrando a un amico con cui condivido quasi tutte le idee che ormai il PD è finito. E rientrando a casa mi domandavo come fosse nata tutta questa confusione. E penso al danno mostruoso che sta facendo il sistema dei media al pensiero politico.

Da circa 2 anni ho smesso si guardare i talk show, e per mia fortuna da quando La7 ha cambiato il canale non la ricevo più. Le mie opinioni politiche si formano seguendo i notiziari di RaiNews24, il TG1, Augias su Rai3, e dalla lettura della Stampa e del Foglio. Ho abolito Corriere e Repubblica, di cui leggo solo i titoli on line. Altre idee me le faccio su FB, dove incontro persone con notevoli capacità di analisi, che mi fanno riflettere, con cui spesso sono d’accordo a volte no. E poi cerco di leggere qualche articolo pubblicato su riviste internazionali, ma il tempo è tiranno …

Questa “igiene mentale” mi costringe a pensare in totale autonomia. E penso quindi che la “scarsa igiene mentale” praticata da chi si informa sui media tradizionali ha fatto presa, non si distingue più la propaganda dalle proposte politiche, non si capisce più la differenza tra tattica e strategia.

 

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Informazioni su Daniele Marini

Laureato in fisica nel 1972 si è sempre dedicato a ricerca e insegnamento di informatica all'Università di Milano. Inizialmente interessato ai fondamenti logici dell'informatica in seguito si è dedicato a ricerche in eidomatica (grafica e immagini digitali). Negli ultimi 15 anni ha avuto interesse in modelli computazionali della percezione visiva di cui si interessa tutt'ora nel campo delle fotografie astronomiche. Ha dedicato 10 anni al Consiglio Universitario Nazionale e al Senato Accademico contribuendo alla attuazione dei cicli didattici (in parte pentendosene). Ora in pensione, dedica i suoi interessi a studi di fluidodinamica computazionale, alla astrofotografia e astrofisica e alle innovazioni tecnologiche e ai loro effetti sui sistemi sociali.
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