verso il mese di maggio

30-Aprile notte

E’ sicuramente il giorno più bello da quando l’epidemia si è palesata a Codogno. Forte diminuzione dei malati (-3.100), fortissimo incremento dei guariti (+4.700), basso numero di decessi (+285) riduzione dei posti in terapia intensiva (-100), Covid normale (-1060) e domiciliati in isolamento (-1950).

Per trovare un uguale numero medio settimanale di morti bisogna tornare al 16 Marzo. In 9 regioni (7 al centro-sud e 2 al nord) i contagi totali crescono meno dello 0.5%, in altre 6 (tra cui la Lombardia) meno dell’1%, in altre 4 sono meno dell’1.5% e solo il Piemonte cresce dell’1.6%. Questi dati sono consolidati, cioè sono all’interno di un trend discendente da settimane, per dare un riferimento un mese fa c’erano 9 regioni oltre il 5% di crescita e 2 oltre il 10%.

Eppure in questo giorno in cui dovremmo festeggiare per lo scampato pericolo il paese si spacca. Si spacca politicamente, si spacca per settori sociali, si spacca per settori economici. Il perché lo sappiamo: non vediamo più solo la luce, vediamo l’uscita dal tunnel.

Però c’è un paese garantito (pensionati, lavoratori dei servizi primari, lavoratori del farmaceutico e dell’alimentare e collegati, industrie in deroga): questi hanno i salari che avevano prima. Poi c’è il settore dei semi-garantiti che ricadono sotto la cassa integrazione allargata (speciale) che ricevono o riceveranno dallo stato un 65-75% del salario precedente ed i liberi professionisti che hanno ricevuto una tantum di 600 euro (ripetibile ed innalzata a 800 euro). Poi ci sono quelli delle industrie che dal 4 Maggio ritorneranno al lavoro e quelli che vi ritorneranno gradualmente e quelli del settore commercio che potranno riaprire a scartamento ridotto dal 19 Maggio.

Poi c’è il turismo, il dramma maggiore, per quegli operatori si affaccia un’estate che se va bene arriverà al 30% del fatturato dell’anno precedente e che forse potranno riaprire a Giugno. Il governo prevede prestiti e piccoli finanziamenti (prestiti garantiti di 25.000 Euro) che dovrebbe iniziare a breve per le piccole aziende in difficoltà.
Si teme che molte piccole aziende di commercio, ristorazione e turismo potranno non riaprire.

Questi lavoratori (autonomi e dipendenti) rischiano di perdere ogni fonte di reddito. Credo che in questa fascia vi sia quel 20% circa di italiani contrari al prolungamento delle misure restrittive. Sono l’humus su cui si fonda l’azione barricadiera della Lega, l’opposizione in genere e Italia Viva di Renzi.

Non sono nemici, sono dei fratelli in gravissime difficoltà. Il grido d’aiuto che viene da loro non deve essere confuso con la possibile strumentalizzazione politica. Mi ha fatto tenerezza vedere i bar ed i ristoranti della Calabria che il governatore Santelli ha autorizzato ad una parziale riapertura. C’è la dignità di chi emarginato da tutto ritrova l’orgoglio e la speranza del lavoro.

Non riesco a vedere la Santelli come una che trama l’opposizione al governo, ma più come una disperata che dirige una regione che campa solo di turismo. Mi sento lacerato, capisco le ragioni di quel mondo che è sul punto della scomparsa. Ma che sarebbe il nostro paese senza il turismo? E non parlo solo del PIL. La morte del turismo sarebbe il preludio ad una forte emigrazione di massa verso il nord, a forti e gravi tensioni sociali. Per questo spero solo che il governo possa ripensare ad una riapertura parziale e controllata (fosse facile) di quelle regioni che oggi hanno un numero di contagiati giornalieri inferiori a 10 consentendo almeno le attività commerciali con tutte le restrizioni dovute alla sicurezza. Sarebbe un grosso segnale di speranza, anche se temo quello che di negativo potrebbe succedere. Buonanotte

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Informazioni su Bruno Petrucci

Geologo professionista, nato a Salerno 1946 e laureato a Milano nel 1975. Attività di pianificazione sismica, tramite studi di micro-zonazione nel post-terremoto dell’Irpinia (1980) e successivamente tra il 1986 ed il 2009 nel territorio Lombardo ove ha operato parallelamente nell’ambito della pianificazione territoriale alla luce del rischio idrogeologico. Nello stesso periodo si è occupato di studi di fattibilità grandi opere (strade e dighe) e ricerche idriche in Italia, Asia, Sud America ed Africa. Attualmente impegnato in indagini idrogeologiche e ricerche di acque sotterranee in paesi in via di sviluppo, particolarmente in Somalia, Kenya, Tanzania e Libano. Attività di insegnamento nell’ambito del Master “Le risorse Idriche nei Paesi in Via di Sviluppo” presso l’Università di Milano Bicocca dal 2004 ad oggi. Iscritto all’Ordine Nazionale dei Geologi dal 1984.
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