quello splendido reazionario di Montanelli …

Letto ieri sera prima di addormentarmi; certe letture aiutano a sollevarsi dalle miserie dei piccoli litigi della politica quotidiana. Tu sei un baro, ritira i tuoi ricorsi, se attaccano il presidente rompiamoE pensare che le Regioni sono lo strumento per costruire lo Stato su basi più vicine ai cittadini. E pensare che con la riforma del titolo V fatta in maniera affrettata dal centro sinistra 10 anni fa abbiamo introdotto nella Costituzione il principio di sussidiarietà e la affermazione che la potestà legislativa è riservata allo stato centrale solo per poche questioni ben definite e che tutto il resto è in mano alle Regioni o si attua in regime di concorrenza tra Stato e Regioni.

Meglio litigare sui bolli che ragionare di questi temi… Sentiamo Montanelli

Per quanto infinitamente migliori dei loro padri e nonni, gli intellettuali che nei successivi decenni salirono sulle forche e popolarono le galere, ne portavano ancora nel sangue il vizio: quello di parlare soltanto tra loro come dentro le mura di un’accademia.

Un’opera di apostolato popolare non la svolsero: non ne avevano l’abitudine, non ne avevano il linguaggio, non ne avevano l’umiltà. Per questo tutta la loro vita non sarà che un seguito di tragiche delusioni. Nel ’21, nel ’31, nel ’48, li vedremo insorgere lanciando appelli al popolo, nella certezza di esserne seguiti; e il popolo non si muoverà e addirittura li consegnerà agli sbirri.

E’ logico, ad esso nessuno aveva parlato. Il discorso segutava a svolgersi tra iniziati, anche quando verteva sulla democrazia (e tuttora è così). Alla cultura italiana seguitava a mancare ciò che mancava alla burocrazia, all’esercito, a tutto, cioè il senso la religione del servizio pubblico. Alle masse non volle o non seppe rivolgersi. Intrisa di clericalismo, anche quando faceva professione di fede anticlericale, le considerava gregge come faceva la Chiesa. Così condannò sè stessa e la propria opera – il Risorgimento – a restare un fatto di èlite e, non riuscendo a dargli un contenuto popolare, dovette cederne l’iniziativa alla monarchia sabauda. (Indro Montanelli Storia d’Italia vol. 4 1789-1831)

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Informazioni su Claudio Cereda

nato a Villasanta (MB)il 8/10/1946 | Monza ITIS Hensemberger luglio 1965 diploma perito elettrotecnico | Milano - Università Studi luglio 1970 laurea in fisica | Sesto San Giovanni ITIS 1971 primo incarico di insegnamento | 1974/1976 Quotidiano dei Lavoratori | Roma - Ordine dei Giornalisti ottobre 1976 esame giornalista professionista | 1977-1987 docente matematica e fisica nei licei | 1982-1992 lavoro nel terziario avanzato (informatica per la P.A.) | 1992-2008 docente di matematica e fisica nei licei (classico e poi scientifico PNI) | Milano - USR 2004-2007 concorso a Dirigente Scolastico | Dal 2008 Dirigente Scolastico ITIS Hensemberger Monza | Dal 2011 Dirigente Scolastico ITS S. Bandini Siena | Dal 1° settembre 2012 in pensione | Da allora si occupa di ambiente e sentieristica a Monticiano e ... continua a scrivere
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