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nessuno mi può giudicare — 1 commento

  1. Sono per la valutazione dei professori da parte degli studenti. D’altronde, facendo corsi di informatica di base coi finanziamenti dell’Unione Europea, sono stato soggetto alla valutazione dei ‘miei’ studenti, che avevano varie età. Questa formazione avveniva in ambiente privato. Cioè l’accettare di essere sottoposto al giudizio degli studenti faceva parte del contratto che firmavo.
    A cosa serviva il modulo di gradimento? A poco o niente. Ai dirigenti dell’azienda che mi avevano ingaggiato serviva a non avere o a prevenire grane. Del merito del docente, i dirigenti aziendali se ne fregavano.
    Avevo valutazioni altissime dalla stragrande maggioranza dei miei studenti. Lo sapevo perché dopo aver compilato il questionario, che gli facevo consegnare in segreteria, ci tenevano a dirmi quanto bene mi avevano valutato. Professore, vuole che le firmiamo una lettera collettiva, che Lei può mostrare a chi vuole? Non ho saputo cosa rispondergli.
    I dirigenti dell’azienda di formazione volevano solo che i corsi – quelli che si tenevano davvero – andassero avanti senza problemi. La loro intelligenza era dedicata ad altro. In genere idee strampalate sull’utilizzo dell’informatica e idee molto precise sulla perenne inadeguatezza del proprio stipendio.
    Gli studenti, nel valutarmi, agivano in modo egoistico. Contavano di fare più di un corso semestrale e avrebbero desiderato avere me come docente nel prossimo corso. Ad esempio, gli era piaciuto come avevamo fatto il trattamento testi in Microsoft Word; gli sarebbe piaciuto fare con me il foglio elettronico in Microsoft Excel. Siccome non c’era certezza che sarei rimasto a insegnare lì, la stragrande maggioranza degli studenti cercava di farmi restare, cioè di farmi avere un nuovo contratto, semestrale o annuale.
    La grana, così temuta dai capi, arrivò. Avevo una studentessa che, in classe, voleva monopolizzare la mia attenzione. Alla terza lezione le tolgo l’attenzione privilegiata, chiedendo se ci sono altri che vogliono aggiungere, chiedere chiarimenti, fare confronti tra le potenzialità dell’applicazione e il suo uso reale nel posto di lavoro.
    La monopolizzatrice non gradisce il dover condividere l’attenzione del docente con gli altri studenti della classe. Quindi si vendica compilando un questionario di gradimento in cui mi da dell’incapace.
    Quella fu l’unica volta in cui venni chiamato da un dirigente. Solo perché era scoppiata una grana. Questa sua studentessa scrive questo è quello, Lei cosa dice? Io replico “E gli altri studenti del corso cosa hanno scritto?”. Gli altri non hanno fatto problemi. Scusi, quanto hanno apprezzato il corso gli altri? Possiamo vedere le schede valutative, senza leggere la firma che sta alla fine del foglio? Leggiamo le valutazioni e sono entusiastiche.
    La monopolizzatrice che mi critica è una narcisista compulsiva e arrogante. Ha scambiato la classe per un corso “uno a uno” in cui io sarei il suo docente e gli altri studenti sarebbero degli osservatori senza diritto di parola. E, già che ci siamo, potrei vedere le valutazioni degli studenti degli altri due miei corsi, a cui la monopolizzatrice non si è iscritta?
    Ah, si, beh. Va bene così, dottor Miggiano. Non si preoccupi.
    Io, in realtà, non mi ero mai preoccupato.
    Però, a quei dirigenti, non era mai venuto in mente di dare un premio in denaro ai docenti che ottenevano un livello di gradimento molto alto da parte degli studenti.
    Sono stato un insegnante esigente. Due esempi. Tutti quelli che hanno fatto i miei corsi su Word hanno imparato a fare le tabelle. Le tabelle sono importanti. Mettono ordine, un ordine intelligente, e aiutano il lettore a capire. Altro esempio. Nel corso Excel avanzato ho insegnato come si fanno le simulazioni con le tabelle pivot.

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