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esami e commissari inadatti — 3 commenti

  1. “Hanno dimostrato che il re è nudo!”.
    “Hanno fatto l’Esame di Maturità alla scuola”.
    Le tre ragazze di Venezia che hanno fatto scena muta all’esame ricevono commenti di stampa in gran parte positivi, forse troppo ottimistici.
    Dire che il re è nudo sottintende che esista un re.
    La “maturità della scuola” fa pensare ai frutti maturi che, se abbandonati da tutti, tendono a marcire.
    La protesta di queste ragazze ricorda quella di una studentessa del Politecnico di Milano che, non trovando casa a prezzi accettabili, aveva piantato una tenda di fronte alla prestigiosa Università.
    Decine, poi centinaia di coetanei in tutta italia l’hanno seguita e copiata, creando un movimento nazionale di giovani oppressi dallo stesso problema.
    Non hanno risolto tutto, ma il loro gesto ha aperto una strada e ottenuto qualche risultato.
    Che dire poi di una famosa adolescente svedese che ogni venerdì sedeva davanti al Parlamento per protestare contro il disinteresse ecologico?
    È stata seguita e copiata da migliaia di giovani che hanno creato un movimento globale che oggi nessuno ha più il coraggio di ignorare.
    Le tre ragazze di Venezia avranno un successo simile?
    Saranno seguite e copiate, ovviamente con altri mezzi, da migliaia di coetanei capaci di criticare la gabbia statica in cui devono passare gli anni più importanti della loro vita?
    Sarebbe un grande successo in questi tempi di calma piatta, anzi di vento contrario.
    Se son rose…

  2. L’articolo di Ceriani mi dà lo spunto per esaminare due questioni:
    1) La prima l’ha già sollevata Furio Petrossi circa il funzionamentoi delle commissioni. Il Presidente oltre che essere “l’allenatore” della commissione è il garante del suo funzionamento legale, soprattutto quando la legalità da forma si trasforma in sostanza. a) Sono stati stesi attentamente i criteri di revisione e valutazione (due cose diverse) delle prove scritte b) stesi i criteri come è stata effettuata la valutazione collegiale? c) solitamente al classico, se la seconda prova è esterna, per evitare comportamenti tecnicamente insindacabili si mette un membro interno di Italiano e latino che di greco non è digiuno.
    2) la seconda ha a che fare con il fatto che ho assistito a qualche orale di quelli in cui si parte da una immagine e il candidato si giostra con i “collegamenti”. Sono anni che si discute di questo modoi di condurre il colloquio, utile per non stressare il candidato ma in grado di valutare solo un aspetto delle competenze (la capacità di organizzare una questione spaziando tra più discipline). E le comptetenze disciplinari? Ne vogliamo parlare o va bene la recita del ” … e qui mi collego” usata per eludere il commissario della materia sgradita.
    Tanti anni fa, di fronte a collegamenti fatti con le unghie che scricchiolano sul vetro mi capitò di intervenire per invitare a dire “… e qui mi scollego”.

  3. C’è l’ulteriore problema dei criteri di valutazione in esami conclusivi, quindi di certificazione. Il processo che porta al voto dovrebbe essere chiarito e condiviso dalla Commissione, che può intervenire su ogni aspetto, anche del punteggio. Come Presidente di Commissione non sono mai stato solo “a vedere”.

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